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Cronaca

Gaslini, travestimenti e "ronde" per sgominare la gang dei furti ai bimbi ricoverati

Per individuare i ladri, gli agenti hanno impiegato tutte le loro risorse arrivando anche a indossare il camice. Rubato anche il tablet di una bimba non vedente: «Speriamo di ritrovarlo e poterglielo restituire», hanno fatto sapere dalla questura

Approfittavano della preoccupazione e della comprensibile distrazione dei genitori impegnati nella cura dei piccoli ricoverati nei reparti dell’ospedale Gaslini per razziare cellulari, tablet e altri gadget hi-tech lasciati incustoditi: dopo mesi di indagini, gli agenti del commissariato Sturla-Quarto sono riusciti a incastrare e denunciare per furto e ricettazione gli autori di una serie colpi messi a segno dai membri di una comunità di nomadi “camminanti” residenti a Noto, nel Siracusano, che nell’ospedale pediatrico genovese avevano ricoverati anche i loro figli.

L’operazione, chiamata “Santa Lucia” in omaggio alla santa protettrice dei non vedenti, era partita in seguito alle numerose denunce sporte dai familiari dei piccoli pazienti dell’ospedale, tra cui anche quella dei genitori di una bimba non vedente cui era stato sottratto il tablet che conteneva le foto e i filmati che la ritraevano quando ancora la grave malattia di cui è affetta non l’aveva privata della vista. Un furto che aveva suscitato rabbia e indignazione e spinto le forze dell’ordine, insieme con la direzione dell’ospedale, a raddoppiare gli sforzi per risalire agli autori dei furti arrivando anche a travestirsi da medici per riuscire a coglierli sul fatto. 

Coinvolti in quelli che a oggi sono stati stimati intorno alla ventina di furti - ma potrebbero essere molti di più tenendo conto anche di chi ha deciso di non denunciare - anche 2 dipendenti di una ditta di pulizia esterna al Gaslini, entrambi genovesi: in totale sono state quindici le persone denunciate, rintracciate grazie alle numerose segnalazioni delle vittime e all’aiuto del personale del Gaslini, che ha fornito agli agenti tutti i dati relativi ai dipendenti e ai pazienti presenti nella struttura nei giorni in cui erano spariti smartphone e tablet.

Proprio incrociando i dati, visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza e controllando costantemente i reparti gli agenti, coordinati dal vicequestore Stefano Iardella, è stato possibile risalire ai membri della gang, che nei loro raid avevano puntato smartphone e cellulari lasciati in carica nelle stanze o incustoditi su comodini o nelle tasche delle giacche, arrivando anche a sfilare il telefono dal camice del medico che stava visitando uno dei loro figli.

«La conclusione delle indagini ci ha restituito serenità dopo un periodo in cui siamo stati afflitti da episodi che hanno aggiunto ulteriore sofferenza a quella già patita dalle famiglie che si sono rivolte al nostro ospedale», ha fatto sapere Paolo Petralia, direttore generale del Gaslini, una soddisfazione espressa anche dagli agenti, che avevano preso particolarmente a cuore il caso e che adesso sperano di poter rintracciare e restituire il tablet rubato alla famiglia della piccola non vedente: «Al momento abbiamo restituito parte della refurtiva ai legittimi proprietari, e stiamo lavorando per riconsegnare anche gli altri cellulari. La nostra speranza è di riuscire a restituire alla famiglia della piccola quello che le è stato portato via, che ha un grande valore affettivo più che economico».

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