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Cronaca Lumarzo

Delitto di Lumarzo, sabato i funerali di Albano Crocco

L'ultimo saluto all'ex infermiere ucciso e decapitato nei boschi di Craviasco avverrà nella chiesa del Tasso. Proseguono intanto le indagini, e c'è grande attesa per il risultato dei test del Ris di Parma

Si celebreranno sabato 29 ottobre alle 15.30 nella chiesa di Tasso, piccola frazione di Lumarzo, i funerali di Albano Crocco, l’ex infermiere di 68 anni che lo scorso 11 ottobre è stato ucciso e decapitato nei boschi di Craviasco, un omicidio efferato che ha sconvolto l’intera vallata e su cui ormai da due settimane carabinieri e Procura indagano senza sosta.

La data è arrivata dopo giorni di attesa e tormento per i familiari, la moglie e i due figli, speranzosi di riuscire a trovare, anche grazie ai cani fatti arrivare appositamente da Bologna, la testa di Crocco, staccata dal corpo con una lama molto affilata (quasi certamente un machete) e poi fatta sparire. 

Le speranze di riuscire a ricomporre la salma, però, sono andate in frantumi dopo che l’ennesima battuta di ricerca ha dato esiti negativi, e alla fine il funerale è stato fissato, al termine di una settimana che si preannuncia decisiva per le indagini: proprio oggi, nei laboratori del Ris di Parma, iniziano i test e le comparazioni sui reperti sequestrati nella villetta di Claudio Borgarelli, il nipote 55enne di Crocco e principale sospettato del delitto. Analisi dettagliate, effettuate su alcune armi - una pistola regolarmente detenuta e diversi coltelli, tra cui anche un machete - portate via nei giorni immediatamente successivi al delitto, ma soprattutto sul materiale biologico trovato sul corpo di Crocco. 

Gli esperti della Scientifica hanno infatti rilevato un’impronta ben conservata sul giubbotto del pensionato, forse lasciata dall’assassino mentre trascinava il corpo senza vita lungo il sentiero che porta al bosco più fitto su cui è stato sorpreso e ucciso, e tracce di dna sugli abiti e sotto le sue unghie, con cui potrebbe avere graffiato il killer. I test, cui parteciperanno anche il perito della famiglia della vittima e quello di Borgarelli, verranno effettuati confrontando il dna trovato sulla scena del delitto con quello di Borgarelli, su cui pendono già le accuse di omicidio volontario e sottrazione e occultamento di resti: se gli esiti dovessero combaciare, per l'uomo potrebbe scattare l'arresto nel giro di pochissimo. 

Le indagini intanto proseguono anche sull’altro filone, e cioè quello delle videocamere di sorveglianza dello stesso Borgarelli, installate sopra gli ingressi della sua villetta a Craviasco: nei filmati sequestrati dagli inquirenti si vedrebbe l’uomo uscire dal cancello reggendo in mano quella che sembra una borsa intorno alle 7.30, e poi rientrare circa mezz’ora dopo con un sacchetto. E anche se ha già ammesso di essere uscito la mattina presto per curare il giardino prima di partire alla volta di Genova, e di non avere visto lo zio, ma solo la sua auto parcheggiata, è inevitabile che questo spostamento, avvenuto in questa determinata fascia oraria, rinforzi i sospetti degli inquirenti. Stando all’autopsia, infatti, la morte di Crocco sarebbe avvenuta tra le 7 e le 9.30 di martedì mattina, orario che avrebbe lasciato a Borgarelli il tempo di uccidere lo zio. Anche se rimangono molti punti oscuri sulle modalità con cui si sarebbe disfatto delle armi - il fucile da caccia con cui Crocco è stato colpito alle spalle e il machete - e degli abiti, di certo sporchi di sangue. Di cui nel filmato non c'è alcuna traccia.

FOTO | A Craviasco, nei boschi dove è stato ucciso Albano Crocco

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