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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Via Ventotene: nel muro c'era una crepa, ecco la foto

Secondo il consigliere regionale della Lista Biasotti Lorenzo Pellerano «la frana di via Ventotene poteva essere evitata: alcune settimane prima la crepa del muraglione sopra la caserma era visibile a occhio nudo»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

«Non mi ritengo soddisfatto della risposta ottenuta dalla Giunta Burlando, che parla di mancanza di competenza della Regione sulla riqualificazione dell’ex Caserma Gavoglio nel quartiere genovese del Lagaccio. Mi risulta, al contrario, che nel 2007 la Regione abbia assunto un ruolo di regia nell’operazione del Piano di Valorizzazione sull’area dei 70mila metri quadri del Demanio, abbandonata al proprio destino da circa 30 anni. A distanza di anni non si è fatto nulla: è troppo facile fare promesse e poi negare le proprie responsabilità. Quando vuole la politica trova le soluzioni, supera gli ostacoli e le difficoltà, per il Lagaccio è mancata la volontà di sbloccare la situazione». Così Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, è intervenuto in replica alla risposta fornita dall’assessore all’Urbanistica Cascino sul tema dei futuri interventi di riqualificazione dell’area.

«I cittadini del Lagaccio, tra promesse puntualmente disattese e rimpalli di responsabilità, da anni si trovano a fare i conti con un quartiere ogni giorno più invivibile e, da qualche mese, decisamente insicuro. Oramai la priorità è la messa in sicurezza della zona che dovrebbe passare attraverso una seria opera di riqualificazione urbanistica. Oggi è a rischio l’incolumità pubblica di una fetta importante di un quartiere tra i più popolosi di Genova e costruito, negli anni Sessanta, con un’autentica colata di cemento e senza servizi».

«La frana di via Ventotene, in cui per fortuna non ci sono state vittime ma solo danni alle cose ed enormi disagi alla popolazione, è innegabilmente collegata allo stato di abbandono e degrado in cui da decenni si trova l’ex Caserma. Infatti, come già avevo denunciato qualche mese fa, la crepa sul muraglione a ridosso della Caserma, su cui poggiano i caseggiati di Ventotene, era ben evidente. Ingrandendo una foto scattata da Granarolo per preparare questa interrogazione mi sono reso conto che alcune settimane prima del crollo il muro di cemento era vistosamente spanciato. Nessuno ha fatto nulla. Eppure già nel 2010 era crollata parte del muro dell’ex caserma su via del Lagaccio. Neppure alla luce di questi eventi, le amministrazioni di centrosinistra, che si succedono da anni al governo della città e della Regione, sono mai intervenute. Ai cittadini del Lagaccio che chiedono, a buon diritto, servizi, parcheggi e spazi verdi, il centrosinistra locale risponde con tante promesse, ma pochi fatti. L’unica discussione concreta affrontata in questi anni dalla maggioranza sul Lagaccio è quella che riguarda la realizzazione della Moschea; sull’esigenza di costruire il luogo di culto non discuto, ma ritengo che il Lagaccio sia uno dei quartieri meno adatti a ospitarlo. Per mille motivi: sociali, problemi di accessibilità, di viabilità e di mancanza di servizi».

«A questo punto, ribadisco la necessità di dare seguito a quell’accordo del 2007, sottoscritto da Comune di Genova, Agenzia del Demanio e Ministero della Difesa per la riqualificazione delle aree dell’ex Caserma. Auspico che la Regione, in virtù dell’intesa firmata con il Demanio sul restyling degli immobili militari dismessi, si faccia parte attiva ed effettui dei sopralluoghi nella zona per verificare lo stato in cui si trova la Gavoglio, in particolare lungo il perimetro».

«Ricordo, infine, che con il trasferimento dell’Istituto Idrografico della Marina dall’attuale sede a un’altra più idonea, si libererebbe il magazzino oggi all’interno della Caserma. Questa potrebbe essere l’occasione per ripensare a una razionalizzazione e a un recupero effettivo degli spazi, centrando un obiettivo fondamentale: dare ai cittadini del Lagaccio un quartiere più vivibile e sicuro, mettendo al riparo le future generazioni da imperdonabili errori politici che già tanto profondamente hanno ferito questa città».

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