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Frana Ferriere: centocinquanta pali per consolidare la strada

Tra i centocinquanta e i centottanta pali di ferro su una linea molto fitta. È la ‘palificata alla berlinese’ con cui verrà consolidata la parte a monte della provinciale 225 alle Ferriere dopo la devastante frana del 27 dicembre

Tra i centocinquanta e i centottanta pali di ferro su una linea molto fitta, riempiti dal calcestruzzo e ancorati in profondità alla roccia. È la ‘palificata alla berlinese’ con cui verrà consolidata – due speciali macchine per i pali sono già sul posto e l’obiettivo è di iniziare a inserire i primi pali nel terreno domani, se il tempo, con l’allerta 1 meteo, lo consentirà - la parte a monte della provinciale 225 alle Ferriere dopo la devastante frana che il 27 dicembre ha fatto sprofondare nella scarpata la parte a valle della carreggiata per una lunghezza di cinquanta metri.

La provinciale 225 dal tunnel delle Ferriere è il principale collegamento con la Fontanabuona anche per i mezzi pesanti (un altro passa dalla provinciale 77 di Boasi) in attesa della completa ricostruzione del ponte di Carasco e il rafforzamento della carreggiata risparmiata dalla frana, dove si transita a senso unico alternato con semafori «è una priorità assoluta per la sicurezza e la transitabilità della strada, e per garantire collegamenti essenziali per la vallata» dice il commissario della Provincia di Genova Piero Fossati che questa mattina ha partecipato a un sopralluogo alle Ferriere con l’assessore regionale Giovanni Boitano, la dirigente regionale per le infrastrutture Carla Roncallo e il responsabile di zona per la viabilità provinciale, Roberto Franz per fare il punto sugli interventi.

I primi, urgenti, per il rafforzamento del lato a monte della carreggiata sono, come detto, in partenza: sarà una fitta serie di grossi pali in ferro, tre per metro, del diametro di venti centimetri (si ipotizza dai primi sondaggi nel terreno di impiegare pali da quindici metri, ma potrebbero essere più lunghi, se necessario) a consolidare la strada su un fronte tra i cinquanta e i sessanta metri e questo cantiere, aperto già domani se il tempo permetterà di lavorare in sicurezza, dovrebbe completare la barriera di pali entro una decina di giorni.

«Questo è il nostro obiettivo e credo che ce la faremo - dice Piero Fossati – anche se a gennaio continuiamo a dover fare i conti con le piogge e i temporali come fossimo ancora in pieno autunno». Le macchine palificatrici inseriranno progressivamente dai due estremi della frana nel terreno i grossi pali in ferro, riempiti di calcestruzzo, fino agli strati profondi di roccia.

Lavoreranno sempre in sicurezza, dicono i tecnici, perché pianteranno ogni palo con un braccio mobile davanti alla macchina in modo che i cingoli avanzino solo sul terreno già consolidato. E durante tutte le operazioni il transito attuale, a senso unico alternato, resterà sempre aperto, perché gli spazi sulla carreggiata sono adeguati per far coesistere la palificazione e il passaggio dei veicoli.

Dalla settimana prossima si valuterà anche la soluzione per il risanamento e la messa in sicurezza definitiva della parte franata a valle. «Saranno i tecnici della Provincia e della Regione a decidere, ma credo che molto probabilmente - dice Piero Fossati – sarà necessario procedere anche in questo caso con una fitta serie di pali su tutto il piede della zona franata, su cui fondare una nuova murata o una paratia, con successivo riempimento di solidi materiali drenanti di ottima qualità, come pietre e grosse ghiaie di fiume, sui quale ricostruire poi la carreggiata, con tutti i più efficaci sistemi di canalizzazione e deflusso delle acque sotterranee».

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