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Cronaca Staglieno

Forno crematorio di Staglieno, comitati sul piede di guerra: depositato esposto in Procura

"È dal 2021 che lottiamo - spiega Gabriella Rabagliati del comitato Cittadini Banchelle - contro un progetto che ci è stato presentato già confezionato"

Prosegue la vicenda relativa al forno crematorio di Staglieno, specie dopo le ultime evoluzioni in commissione Sanità e soprattutto in consiglio regionale, con l'assessore alla Salute Gratarola che ha chiarito che non verrà dato nessuno stop ai progetti in essere. E oggi, mercoledì 19 aprile, tre comitati di cittadini, preoccupati per le conseguenze dell'impianto su salute e ambiente senza un piano di coordinamento, hanno presentato esposto alla Procura della Repubblica.

Si tratta dei comitati Cittadini Banchelle, Difesa del parco dei Forti e delle Mura di Genova, di via Vecchia e strade limitrofe. L'esposto è stato presentato per delitti contro l’ambiente. "Accogliamo favorevolmente - dicono i membri dei comitati - che il sindaco Bucci ravvisi la necessità di regolamentare il settore, proprio per questo abbiamo chiesto di sospendere i progetti in corso in attesa dell’emanazione del piano di coordinamento, al fine di evitare un proliferare di crematori esuberanti rispetto alle necessità, a discapito della salute pubblica. Il sindaco dice che il crematorio è un’esigenza della città, di guardare i numeri. Purtroppo i dati da noi raccolti derivano da fonte certa, ma non dal Comune di Genova".

I comitati hanno chiesto ripetutamente sia al Comune che alla Regione di fornire lo studio dei fabbisogni di cremazione per la città di Genova: "Benché rassicurati in tal senso, non lo abbiamo ancora ricevuto. Chiediamo quindi al sindaco Marco Bucci di fornirci i numeri del fabbisogno di cremazioni per la città in suo possesso, al fine di iniziare un percorso di confronto a cui non ci siamo mai sottratti".

È dal 2021 che i comitati di Staglieno sono sul piede di guerra: "È dal marzo 2021 che lottiamo - spiega a GenovaToday Gabriella Rabagliati del comitato Cittadini Banchelle - contro un progetto che ci è stato presentato già confezionato. Abbiamo subito manifestato la nostra contrarietà anche perché qui ci sono già parecchie servitù nel giro di poche centinaia di metri: il fangodotto, le rimesse degli autobus, l'isola ecologica. E poi a Genova questa struttura non serve. In più, dove la vogliamo mettere, sotto una frana attiva? In una zona a rischio idrogeologico?"

I membri dei comitati non nascondono la loro amarezza dopo essere stati auditi in commissione Salute lunedì, in Regione: "Erano tutti molto attenti a quello che si diceva - continua Rabagliati - prima di noi hanno parlato tecnici e gruppi di lavoro che hanno confermato quello che noi diciamo già da tempo. Senza una regolamentazione ci sono lacune paurose e non bisogna approfittarsene perché alla fine della catena ci sono i cittadini che subiscono. Le emissioni dei forni crematori non si vedono, ma ci sono e viaggiano a chilometri di distanza, dunque il discorso riguarda tutti. Un esempio? Il fumo dell'incendio di via Piacenza: è arrivato ovunque in Valbisagno, anche fino alla Foce. Di quello ci siamo accorti perché si vedeva e si sentiva. Lo stesso ragionamento vale per quelle emissioni che non si vedono né si sentono, ma che possono viaggiare anche molto lontano. Siamo preoccupati anche perché nella discussione in consiglio regionale del giorno dopo, alcuni consiglieri non volevano nemmeno riconoscere che le emissioni sono dannose. Certo, i Comuni con i forni crematori guadagnano, perché incassano royalties. Altre Regioni, vedendo l'aumento di impianti di cremazione nelle città, hanno dato uno stop ai progetti, in attesa di fare tutti gli studi necessari".

In sintesi, i comitati chiedono alla Regione Liguria di fare lo stesso: "La richiesta è sempre la medesima, cioè di sospendere il progetto senza una regolamentazione del settore. Adesso abbiamo dato tutto in mano alla Procura, poi se la magistratura lo riterrà si interesserà del caso".

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