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Cronaca

Fallimento Qui!Group: scena muta davanti al giudice per Fogliani e gli altri 5 arrestati

L'imprenditore si avvale della facoltà di non rispondere, così come la moglie, le due figlie, l'amministratore e il consigliere delegato dell'azienda

Scena muta davanti al giudice per Gregorio Fogliani, il fondatore della Qui! Group, arrestato lo scorso giovedì insieme con altre 5 persone, tra cui la moglie e le due figlie, nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento dell’azienda di buoni pasto.

L’imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia che si è tenuto sabato mattina nel carcere di Marassi, rimandando il colloquio con pubblico ministero e gip dopo l’esame dei documenti d’indagine. Anche Luigi Ferrerro e Rodolfo Chiriaco, rispettivamente amministratore e consigliere delegato di Qui!Group (detenuti anche loro in carcere) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, così come la moglie di Fogliani e le due figlie, agli arresti domiciliari, interrogate in tribunale.

Le accuse sono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e truffa aggravata. Per la procura di Genova, in un'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, Fogliani, consapevole delle cattive acque in cui navigava la società e della situazione economica ormai disastrata, avrebbe dirottato ingenti somme di denaro sui conti di altre società riconducibili alla stessa famiglia Fogliani per quasi 42 milioni di euro, acquistando anche un immobile di pregio a Forte dei Marmi per 4,8 milioni.

Per gli investigatori sia Fogliani sia i membri della famiglia erano da anni consapevoli delle condizioni in cui versava la società. Eppure avrebbero utilizzato i soldi per finanziare l’acquisto di una villa di lusso a Forte dei Marmi, oltre che il sontuoso matrimonio della figlia Chiara, che nel giugno 2018 sposa il figlio di Ferretto: rispettivamente 5 milioni e 200mila euro le voci di spesa, soldi che secondo gli uomini della Finanza, guidati dal capitano Maurizio Cintura, arriverebbero dalle casse ormai prosciugate della società.

La decisione di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Claudio Siclari, deriva dal fatto che per gli inquirenti ci sarebbe un concreto pericolo di fuga: le indagini hanno evidenziato che Fogliani aveva già trasferito in Brasile circa 8 milioni di euro sottrati alla società.

Qui!Group era fallita lo scorso settembre lasciando un “buco” da 325 milioni di euro, che aveva portato alla chiusura di Moody (di cui sono stati sequestrati i muri, insieme con altri beni mobili e immobili per un valore totale di 80 milioni di euro) e di Pasticceria Svizzera: il crac aveva causato danni ingenti a centinaia di esercenti che avevano accettato buoni pasto ormai privi di valore, e lasciato a casa decine di dipendenti.

Nel 2016 Qui!Group aveva stipulato una convenzione con la Consip,  la centrale acquisti della pubblica amministrazione, per rifornire di buoni pasto circa 1 milione di dipendenti delle pubbliche amministrazioni di Piemonte, Liguria, Val d'Aosta, Lombardia e Lazio. Il valore dell'appalto ammontava a circa mezzo miliardo di euro. 

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