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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ex Ilva, Orlando: "Vedremo se ci sono gli strumenti per contestare la cassa integrazione"

Il ministro del Lavoro, atteso in prefettura per le 9, è arrivato un'ora dopo a causa dei cantieri sull'autostrada A12

Prosegue lo stato di agitazione all'ex Ilva di Genova. La decisione è stata presa questa mattina dai lavoratori riuniti in assemblea, che hanno comunque confermato la volontà di tornare in fabbrica, in attesa di eventuali nuove forme di protesta se l'azienda dovesse inviare le prime lettere di messa in cassa integrazione ordinaria.

Al momento, i metalmeccanici non hanno ricevuto nulla. Poco prima delle 12 si è concluso l'incontro in Prefettura tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, gli enti locali e le rappresentanze sindacali: assente la Fiom, che ieri sera ha annunciato di non voler partecipare a un incontro considerato tardivo e visto più come una 'passerella elettorale'. Il ministro Orlando, atteso per le 9, è arrivato un'ora dopo a causa dei cantieri sull'autostrada A12.

"Ho chiesto che si soprassedesse", dalla richiesta di cassa integrazione ordinaria, "la risposta non è stata accolta. Siamo nell'ambito del galateo istituzionale: quando si passerà ad esaminare la congruità del provvedimento, cosa che il ministro può fare solo quando la cassa è stata attivata con le risorse proprie, vedremo se ci sono gli strumenti per contestare quella scelta". Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al termine del confronto in prefettura. "È evidente che tra le priorità della proprietà attuale non ci sia quella di far diminuire la tensione sociale. Ho cercato di intervenire e la cosa non ha avuto particolare successo: non mi sembrava utile aumentare la tensione. Non credo che dare la notizia pubblica avrebbe migliorato il clima".

"La missione che dobbiamo promuovere è quella di realizzare una ristrutturazione della filiera dell'acciaio - ha detto ancora Orlando - che consenta di conquistare più quote di mercato possibili. Tutto quello che è in contrasto con questo disegno, se ci sono gli strumenti di legge, va messo in discussione".

"L'incontro mi sembra sia andato bene, credo sia servito a preparare quello" dell'8 luglio "a Roma, che darà risposte strutturali sulle domande che ancora incombono sulla filiera dell'acciaio e sullo stabilimento di Genova - conclude il ministro - l'incontro di Roma ci può dare degli strumenti in più per contestare la scelta della cassa, se risulterà, come mi pare da una prima impressione, in contrasto con l'ambizione di conquistare nuove quote di mercato".

"Quando ci si siede attorno a un tavolo ed è presente il Governo è un buon segnale di attenzione, che spero raffreddi le tensioni e riporti un clima di dialogo - ha dichiarato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. L'incontro fondamentale sarà quello dell'8 luglio, quando cominceremo a ragionare di un piano industriale e quindi di livelli di occupazione e ovviamente dell'utilizzo di aree molto importanti per la città di Genova, oggi certamente sottoutilizzate dal punto di vista occupazionale".

"Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sottolineato che nel Pnrr vi sono oltre 2 miliardi di investimenti sull'acciaio verde, quindi che il Governo intende investire e che presto si formalizzerà l'ingresso di Invitalia nella società - ha aggiunto Toti -. Ovviamente la cassa integrazione è una decisione unilaterale dell'azienda, che le istituzioni del territorio, così come il Governo, non hanno condiviso. Evidentemente era nelle sue possibilità farlo: sarà Inps a posteriori a valutarne la congruità. Abbiamo riportato quantomeno tutte le parti a un tavolo del dialogo, al quale mi auguro si aggiunga al più presto la Fiom, elemento importante di quello stabilimento, e che si possa proseguire".

All'incontro ha preso parte anche il deputato della Lega Edoardo Rixi, componente della Commissione trasporti e responsabile nazionale Infrastrutture. "Il sito ex Ilva di Genova deve essere rilanciato, siamo contro la cassa integrazione - ha dichiarato Rixi -: una richiesta incomprensibile dal momento che la richiesta di acciaio sul mercato è enorme. Mi auguro che nessuno voglia strumentalizzare i lavoratori per secondi fini. L'8 luglio sarà importante l'incontro al Mise. Bisogna che l'azienda torni a fare politica industriale. È evidente che l'Italia non può fare a meno dell'acciaio. Il governo dal canto suo deve far pesare il ruolo di Invitalia. Il sito di Genova è strategico per l'intero Paese".

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