Operaio morto in Ansaldo, aperta un'inchiesta. La rabbia dei colleghi: «Non si può morire di lavoro»
Eros Cinti, 42enne di Pontedecimo, lascia i due figli di 8 e 11 anni che lo scorso aprile avevano già perso la mamma. Sconcerto e dolore da amici e parenti, indignazione nel mondo del lavoro
Rabbia, choc, e tanto, tanto dolore. La morte di Eros Cinti, l’operaio 42enne dipendente della ditta Geko rimasto schiacciato dal carico di una gru nel piazzale interno dello stabilimento di Ansaldo Energia, a Campi, non ha soltanto sconvolto tutti i lavoratori dell’azienda e di quelle impiegate in subappalto (proprio come quella per cui lavorava Eros), ma ha scosso centinaia di persone colpendole al cuore e spingendole a chiedersi: come è possibile, nel 2019, morire ancora sul lavoro?
Cinti è morto poco prima delle 8 di lunedì mattina mentre aiutava due colleghi a spostare un pesante carico con una gru semovente. Nel piazzale, con lui, c’era un collega che ha assistito alla scena e che forse soltanto per fatalità non è rimasto coinvolto: nel giro di pochi secondi le tonnellate di acciaio sospese in aria si sono sganciate dalla gru manovrata da un altro collega e sono precipitate al suolo, investendo Eros e uccidendolo sul colpo sotto gli sguardi atterriti e impotenti di chi ha assistito alla scena e non ha potuto fare nulla per impedirla.
Le tute blu hanno immediatamente fatto scattare uno sciopero di 8 ore, cui si somma l’ora di oggi proclamata in tutte le fabbriche metalmeccaniche e aziende della logistica della provincia genovese: la morte di Eros ha una valenza particolare non soltanto a livello lavorativo (punta nuovamente i riflettori sulle morti bianche, in aumento in Liguria, e sugli ancora irrisolti nodi della sicurezza sul lavoro), ma anche personale.
Cinti lascia infatti due bambini di 8 e 11 anni che lo scorso aprile avevano già perso la mamma, una tragedia che assume contorni ancora più ampi per due bimbi che nel giro di pochi mesi si sono ritrovati orfani. La reazione dei sindacati è stata immediata e forte, mentre le istituzioni locali e nazionali hanno manifestato vicinanza ai familiari e agli amici di Eros, oltre che ai colleghi ancora sotto choc.
«È inaccettabile che ancora si continui a perdere la vita sul posto di lavoro nel 2019. Siamo fortemente rammaricati, si studia di come utilizzare la terra sul pianeta Marte ma ancora oggi si tralascia su come individuare i mezzi più efficaci per scongiurare infortuni e incidenti mortali», hanno dichiarato il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, e il segretario nazionale della federazione con delega a Finmeccanica, Adelmo Barbarossa, che hanno auspicato investimenti sulla formazione e l’impedimento degli infortuni.
La procura apre un’inchiesta, sequestrata la gru
Dal punto di vista della dinamica dell’incidente, le indagini sono state affidate agli esperti della sicurezza sul lavoro dell’Asl, intervenuti sul posto insieme con i carabinieri di Sampierdarena, e la procura ha già aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, pur non avendo disposto ancora autopsia: ciò che va chiarito è cosa sia esattamente successo, come è stato possibile che la lastra di metallo precipitata si sia staccata dalla gru e se si è verificata qualche irregolarità nel processo.
Gli inquirenti stanno anche analizzando i mezzi utilizzati durante la movimentazione, in primis la gru, che è stata sequestrata insieme con l’area dell’incidente mortale. Sempre lunedì mattina, poco dopo la tragedia, sul luogo dell'incidente è arrivato anche il pm incaricato per un sopralluogo.