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Cronaca

Digiuno da WhatsApp per la Quaresima: la proposta del prete genovese fa discutere

L'appello di don Valentino Porcile: «Spegnere WhatsApp almeno un poco ogni giorno - ha scritto - Per avere il tempo di guardarsi negli occhi, parlarsi o dedicare tempo a chi è meno fortunato di noi». 

Digiuno da WhatsApp per la Quaresima. Questa è la proposta arrivata da don Valentino Porcile, parroco della chiesa della SS Annunziata di Sturla, attraverso un messaggio sulla propria pagina Facebbok.  «Spegnere WhatsApp almeno un poco ogni giorno - ha scritto - Per avere il tempo di guardarsi negli occhi, parlarsi o dedicare tempo a chi è meno fortunato di noi». 

La proposta di Don Valentino Porcile

«Quaresima: digiuno da WhatsApp - si legge nel post di Don Valentino Porcile - Questo è il digiuno che proporrò in questa quaresima ai ragazzi e ai genitori domenica prossima. E lo propongo a tutti. A me stesso per primo. Spegnere whatsapp almeno un po', ogni giorno. A chi ha WhatsApp acceso sempre, propongo di spegnerlo due ore al giorno. Ai ragazzi ai quali i genitori lasciano usare gli smartphone poche ore al giorno (qualcuno per esempio mi dice di poterlo usare solo due ore al giorno) propongo di lasciarlo spento almeno una parte di questo tempo. E' divertente spegnere whatsapp e sentirsi persi. Perdutamente smarriti. Dipendenti da una comunicazione virtuale. Propongo di occupare il tempo in cui whatsapp sarà spento, un tempo drammaticamente lungo, propongo di occuparlo con relazioni vere, autentiche, non finte e virtuali. Due ore di chiacchere. Di guardarsi negli occhi. Semplicemente, di parlarsi. O di dedicare questo tempo a chi è meno fortunato di noi. Solo il pensiero di rimanere senza cell, anche per poco tempo, ci fa mancare il respiro? Altro che digiuno dal cibo. Altro che astinenza dalle carni. Troppo facile ragazzi. Mi piace molto l'idea di vedere Gesù che mi prende l'iPhone, me lo butta nel lago di Tiberiade, e mi dice: "Lascia le tue reti wireless, e seguimi».

«La vera dipendenza è non riuscire a starne senza»

Una proposta che ha subito scatenato il dibattito tra favorevoli e contrari e così, il parroco di Sturla, è tornato sull'argomento: «La proposta di chiudere whatsapp per due ore al giorno - ha scritto -. Una proposta che sta facendo parlare (sinceramente non credevo così tanto).. E che fa anche chiedere perchè. E fa chiedere in che senso questo può essere "digiuno". E allora rispondo. Rispondo innanzitutto dicendo che gli strumenti di comunicazione sono utili. Uso WhatsApp tutti i giorni e lo ritengo utilissimo. Tra l'altro, ogni domenica mattina lo uso per far arrivare una preghiera ad oltre mille persone. Più di trecentocinquanta famiglie hanno chiesto di ricevere ogni sera in quaresima una preghiera, per pregare in casa. Uno strumento non da "chiudere" o eliminare". A chi mi domanda: "Ma allora, perchè spegnerlo?", rispondo: riesci a starne senza? Riesci a spegnerlo? Riesci mentre è spento a non essere ossessionato da chi ti scriverà, da chi non ti trova, da quelle che tu ritieni relazioni e che invece, in realtà, sono contatti a volte molto superficiali? Riesci a metterci a cena senza guardarlo? Riesci ad ascoltare chi ti parla rimanendo centrato lì? La vera dipendenza non è tanto, a mio parere, nel restarci attaccati continuamente. La vera dipendenza è non riuscire a starne senza. E spegnere "questo" modo di comunicare, per scoprire l'unico modo autentico di comunicare che è il contatto personale, questa è la vera sfida con se stessi. C'è un dato (che è statistico, non inventato).  I ragazzi che usano internet sono passati da poco più del 7% nel 2001 a quasi il 97% nel 2014. 
A fronte di questo, la percentuale dei ragazzi che hanno qualcosa dentro di cui vorrebbero parlare ma non riescono a farlo con nessuno, è passata dal 32% al 47%. Da uno su tre a quasi uno su due. Aumentano i contatti, eppure aumentano le sacche di solitudine. E non solo tra i ragazzi. La vera sfida non è spegnere un cell. La vera sfida è ritrovare modi autentici e veri di comunicare. Quello che deve far pensare è che soltanto spegnendo qualcosa riusciamo ad accenderne altre. E quello che deve far pensare ancora di più, è quando non riusciamo a spegnere. Quando ti manca il fiato se lo fai. Socrate entrando in un mercato diceva: "Incredibile, quante sono le cose di cui riesco a farne a meno e a vivere ugualmente bene. Provaci a spegnerlo. Ti accorgerai se davvero non è un 'problema' rimanerne senza. Ma se lo è...».

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