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Cronaca

Precisazioni sull'equipaggiamento dell'autista per la sicurezza a bordo dei bus

Intervento del segretario dell'Orsa Tpl sui fatti avvenuti a Caricamento il 14 luglio scorso e l'evolversi delle indagini in corso

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Da Segretario di un piccolo sindacato autonomo, Or.S.A. Tpl Genova, che esiste da nemmeno due anni, nato durante le cinque giornate di novembre 2013 e che per volontà degli stessi fondatori (tra i quali io), per statuto rinuncia ai privilegi dei sindacati trattanti (migliaia di ore di stacchi, mattinali fissi, ricostruzione di carriera, stacchi permanenti, ecc...) restando ogni suo singolo rappresentante al proprio posto di lavoro (io ad esempio oltre all'attività sindacale, continuo a guidare il bus) trovo allucinante la disinformazione che testate giornalistiche e televisive, stanno portando avanti in questi giorni, nell'informare sui fatti avvenuti a Caricamento il 14 luglio scorso e l'evolversi delle indagini in corso. Troviamo assolutamente poco professionale l'aver fatto nome e cognome dell'autista, esponendolo al rischio linciaggio, troviamo allucinante l'ignoranza usata nel parlare di aspetti tecnici, che evidentemente non si conoscono.

Facciamo chiarezza una volte per tutte: Non esiste un pulsante di chiamata diretta, esiste un terminale di bordo (integrato nel Si.Mon) che, quando funziona correttamente, anche se con tempi biblici (ma quando c'è un emergenza anche 1 minuto diventa un tempo inaccettabile e normalmente parliamo di minimo 3/5 minuti quando va bene), ci consente di chiedere alla centrale operativa di Amt uno specifico intervento (soccorso meccanico, soccorso medico, intervento polizia, ecc) al quale segue dopo quel lasso di tempo una chiamata (sempre sul terminale di bordo) da parte dell'addetto che ci chiede di specificare cosa sta succedendo così da poter poi lui a sua volta chiamare il 112, 113, 118, ecc...

Quando il sistema non funziona correttamente, esiste un numero verde con il quale possiamo chiamare con i NOSTRI TELEFONINI PRIVATI che, non essendo parte integrante ed obbligatoria della nostra dotazione potrebbero anche essere dimenticati a casa o essere scarichi, e quando si chiama detto numero per molteplici cause, spesso riconducibili a motivi di contenimento dei costi, molto sovente si riesce a parlare con qualcuno non prima di svariati tentativi (quindi è falso scrivere che siamo dotati di cellulare aziendale).

Il collega dovrà essere giudicato e solo la legge potrà accertare la verità (infatti quella sera nessuno ad oggi ha visto o sentito niente), ma noi lavoratori non siamo più disposti ad accettare sciocchezze, siano esse scritte da giornalisti, commentate da uno schermo tv, propagandate da sindacalisti che da anni non mettono piede su un bus, prima di tutto ripristiniamo il concetto di rispetto di una categoria, spesso bistrattata, ma che fa un lavoro duro e pericoloso, che patisce il caldo d'estate e il freddo d'inverno nel portare mezzi antidiluviani che spesso si rompono o prendono fuoco, o che fa miracoli per permettere a questi rottami di funzionare, o che si sposta senza sosta sulle macchine aziendali per le strade di Genova a rimettere in battuta e a dare un minimo di senso al caos in cui si trova il nostro Tpl.

Or.S.A. Tpl Genova assieme a Cub Trasporti segue il problema sulla sicurezza da un anno, denunciando l'estremo rischio a cui siamo sottoposti noi autisti e la stessa utenza, solo le istituzioni, in primis la politica, possono risolvere questa piaga sociale.

Spero che questo comunicato stampa possa aiutare a ripristinare un minimo di chiarezza.

Il Segretario

Dr. Marco Marsano

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