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Cronaca

Diabete, a Genova in vent'anni 50% di malati in più

Nella Città metropolitana di Genova risiedono oltre 55 mila persone con diabete, 38 mila tra i residenti nel capoluogo, pari al 6,6 per cento della popolazione; erano il 4,2 per cento nel 2000

Dopo Roma, Milano, Torino anche Genova entra nel programma Cities Changing Diabetes, iniziativa realizzata in partnership tra University College London (Ucl) e il danese Steno Diabetes Center, con il contributo di Novo Nordisk, coordinata in Italia da Health City Institute, in collaborazione con ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Intergruppo parlamentare qualità di vita nelle città, Istat, Fondazione Censis, Coresearch, Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, le società scientifiche del diabete, della medicina generale e le associazioni di tutela dei diritti dei pazienti e di cittadinanza.

Il programma, che si avvia a coinvolgere oggi 40 metropoli di tutto il mondo, si propone di evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e diabete tipo 2 e a promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia. Parlare di urban health e diabete urbano oggi è fondamentale e prioritario: si tratta di una sfida globale, per la quale le città sono chiamate a diventare centri di innovazione nella gestione e nella risposta ai fenomeni epidemiologici in atto.

«L'ingresso di Genova nel network mondiale delle città del programma di studio Cities Changing Diabetes è un’opportunità unica per la nostra città, che oggi sta vivendo una grande rinascita e un importante sviluppo urbanistico, attraverso soluzioni che mirano ad un progressivo miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini», dichiara Luciano Grasso, presidente comitato esecutivo di Genova Cities Changing Diabetes e presidente Vince Genova.

La presentazione dell’iniziativa avviene nel corso del convegno virtuale, organizzato da ANCIComunicare insieme ad Anci Liguria, Health City Institute, C14+, Italia Cities Changing Diabetes, e grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk, dal titolo: 'Promuovere in Liguria le politiche sulla salute nelle città'.

«Durante questo lungo anno, la pandemia da covid-19 ha messo ancora più in luce la complessità della gestione della salute del cittadino, con i sindaci in prima linea nell’affrontare l’emergenza sanitaria. La salute è da sempre un tema fondamentale per Anci, che, in questo percorso di webinar regionali, vuole stimolare tutti gli 8.000 comuni d’Italia a rendere la tutela e la promozione della salute un tema prioritario. Genova, simbolo della volontà di rinascita delle città italiane, si pone al centro di un processo innovativo e inclusivo in risposta alle istanze», spiega Roberto Pella, vicepresidente vicario di Anci e presidente intergruppo parlamentare obesità e diabete.

«La salute è un tema centrale per le amministrazioni locali che hanno una grande responsabilità in quanto sono chiamate a migliorare la qualità di vita dei propri cittadini con politiche orientate al benessere collettivo, allo stile di vita sano e alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili», aggiunge Luigi Pignocca, vicepresidente vicario di Anci Liguria e sindaco di Loano, cui fa eco Luigi Carlo Bottaro, presidente di Federsanità Anci Liguria e direttore generale dell’Asl 3 Genovese: «L’investimento degli enti pubblici e quindi della società civile nella conoscenza, nella presa in carico e nel coinvolgimento attivo dei soggetti colpiti dalle malattie croniche, rappresenta la scommessa da vincere nella partita con le patologie croniche, tanto subdole quanto gravi ed impattanti in maniera enorme sul futuro del wellness della popolazione e sul futuro della nostra sanità».

Nell’area della città metropolitana di Genova risiedono, secondo le elaborazioni di Health City Institute su dati Istat, oltre 55mila persone con diabete, 38mila nel solo capoluogo, pari al 6,6 per cento della popolazione. Questa percentuale era del 4,2 per cento nel 2000, il che indica una crescita di oltre il 50 per cento negli ultimi vent’anni e pone Genova, e la Liguria, al di sopra della media nazionale di 5,8 persone con diabete su 100 nella popolazione. Questo dato si allinea a un altro indicatore che vede la regione sopra la media italiana, l’età media dei liguri: 49,2 anni rispetto ai 45,7 nazionali, con quasi 3 cittadini su 10 over 65 anni.

«Non è più possibile trascurare il ruolo delle città nel determinare la salute della popolazione. Questa convinzione ha assunto una ancor più forte connotazione con l’insorgenza della emergenza sanitaria nell’ultimo anno. È emersa, infatti, la necessità di ripensare la pianificazione urbana per favorire un nuovo modo di vivere città, centri, periferie, rimodulando densificazione dei territori e impedendo che siano proprio le città la principale criticità nella diffusione della pandemia. Occorre pertanto intervenire sui contesti e gli ambienti di vita urbani con strategie in grado di orientare le scelte nella direzione di un maggior guadagno di salute, considerando la centralità della persona, i suoi diritti, le sue scelte, il suo contesto di vita e rafforzando il ruolo di Regioni ed enti territoriali al fine di intraprendere politiche più efficaci che offrano ai cittadini più strutture e opportunità» dice Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute.

«L’impegno di Genova nel progetto internazionale Cities Changing Diabetes, manifestato con la firma del Sindaco Marco Bucci alla Urban Diabetes Declaration, di fatto ha fatto entrare il capoluogo ligure tra le città che a livello internazionale si impegneranno sulle sfide al diabete correlate all’urbanizzazione. Le città che sottoscrivono questo documento si impegnano a rispettare cinque principi guida per rispondere alla sfida del diabete urbano: investire nella promozione della salute e del benessere a lungo termine, agire sui determinanti sociali e culturali che sono le cause profonde che determinano le opportunità di una vita sana per i cittadini, integrare la salute in tutte le politiche, coinvolgere attivamente le comunità e creare soluzioni di partenariato con altri settori in modo trasversale», ricorda Federico Serra, direttore Italia Cities Changing Diabetes.

«Nella definizione completa della scuola endocrinologica italiana è da sempre presente la parola “benessere”, che rappresenta quindi uno dei temi principali non solo nella formazione stessa degli endocrinologi, ma è anche una parte preponderante della mission dell’endocrinologo moderno. Investire nella promozione della salute e nel benessere, forse non a caso, è uno dei principali punti chiave dell'Urban Diabetes Declaration», dichiara Diego Ferone, presidente Comitato Scientifico Genova Cities Changing Diabetes e Direttore Clinica Endocrinologica IRCCS, Policlinico San Martino, Università degli Studi di Genova.

«La città e il contesto urbano hanno un impatto determinante sul modo in cui, i propri abitanti, vivono, si spostano, lavorano, mangiano. Tutti questi fattori possono in una qualche misura contribuire all’aumento del diabete. Chi amministra la nostra splendida città è da sempre in prima linea nella sfida a questa patologia e nel garantire salute e benessere ai propri cittadini. La firma dell’Urban Diabetes Declaration sancisce l’impegno della nostra amministrazione per accelerare la prevenzione del diabete e delle sue complicanze», conclude Massimo Nicolò, vice sindaco e assessore alla salute del Comune di Genova e copresidente del comitato promotore Genova Cities Changing Diabetes.

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