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Cartelli dei bimbi contro i depositi chimici rimossi per Draghi: il caso finisce in Parlamento

Il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, rivolgerà un'interrogazione alla ministra Lamorgese

Durante la visita di martedì scorso a Genova del premier Mario Draghi, la digos ha fatto togliere dei cartelli contro i depositi chimici affissi ai Giardini Pavanello in via Reti e disegnati dai bimbi, prima che il premier raggiungesse la seconda tappa in programma, ovvero la sosta alla Radura della memoria.

È quando denunciato dal consigliere municipale Mariano Passeri e ripreso dal segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni che porterà il caso in Parlamento: "I cartelli sono del Comitato Solidale Firpo e sono stati realizzati dai bambini di una scuola nel quartiere Sampierdarena e affissi ai Giardini Pavanello per far sapere a Draghi che in quel luogo c’è una battaglia contro la decisione del sindaco di Genova di posizionare un deposito chimico a pochi metri dalle case, in un quartiere già gravato da altre problematiche ambientali", scrive in un nota il segretario.

Mamme e bambini, dunque, a cui è stato impedito di manifestare civilmente a favore dell'ambiente perché si trovavano sulla strada del passaggio di Draghi: "È arrivata la digos, prima del passaggio del corteo dell’auto presidenziale, ha fatto togliere i cartelli e trattenuto nei giardini mamme e insegnanti del Comitato, per evitare che potessero impugnare i cartelli e avvicinarsi alla strada da cui sarebbe passata l’auto di Draghi".

"Sono francamente senza parole - continua l’esponente dell’opposizione di sinistra  -Secondo lorsignori è troppo offensivo per gli occhi del presidente del consiglio guardare cartelli di bambini che chiedono la tutela dell’ambiente e del territorio? È normale trattenere per un’ora mamme e insegnanti come se si trattasse di persone pericolose? E fortuna che pochi giorni fa le Camere hanno introdotto la tutela dell'ambiente in Costituzione. Azioni del genere appartengono alla Turchia di Erdogan o alla Russia di Putin, non possono avere cittadinanza in una democrazia".

“Questa storia fa il paio con ciò che è accaduto agli studenti nei giorni scorsi: l’espressione del dissenso in questo Paese sia diventato un problema di ordine pubblico. Quanto fanno paura i cartelli dei bambini? Quanto fa paura una rivendicazione di futuro? Anche su questa assurda vicenda interrogherò la ministro Lamorgese. Le risposte deve darle a quelle mamme, a quegli insegnanti e a quei bambini. O anche in questo caso - conclude Fratoianni - si tratta di infiltrati, centri sociali o provocatori?”.

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