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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Delitto del trapano, secondo filone d'indagine: si lavora su un cliente inedito

La riapertura del caso è stata motivata anche da fonti confidenziali della guardia di finanza che hanno attivato le ricerche di un nuovo cliente di Maria Luigia Borrelli. L'uomo frequentava ambienti particolarmente importanti della città e potrebbe essere ancora in vita

C'è un'altra pista nel caso irrisolto del delitto del trapano, della morte di Maria Luigia Borrelli, l'infermiera massacrata il 5 settembre del 1995 nei vicoli di Genova. 

Oltre al filone sull'ambiente ospedaliero, battuto dalla procura in seguito al contatto del giornalista Marco Menduni del Secolo XIX dopo la trasmissione Sky sui cold case genovesi, una nuova rivelazione ha dato avvio all'indagine coordinata dal nucledo di polizia economica e finanziaria della guardia di finanza guidato dal colonnello Andrea Fiducia. Il faro è tornato sulla clientela della vittima, una platea di uomini particolarmente distinti. La donna di 42 anni, lo ricordiamo, si prostituiva in vico Indoratori, nel centro storico. 

Si tratterebbe dello sviluppo di una traccia investigativa che si era profilata già nella prima indagine sul femminicidio ma che oggi potrebbe avere risvolti totalmente inediti. Non si tratta infatti del famoso cliente con il Borsalino, alla fine mai individuato, ma di un'altra persona distinta che frequentava ambienti particolarmente importanti della città di Genova. Ed è anche emerso che la vittima avrebbe avuto un litigio con quest'uomo il quale potrebbe essere ancora in vita. 

Sul caso stanno lavorando le fiamme gialle attraverso loro fonti confidenziali. Ed è particolare notare come a distanza di decenni si stia ripetendo quanto accaduto nel primo periodo delle indagini, quando a lavorare erano diverse forze di polizia: all'epoca carabinieri e squadra mobile, oggi ancora la squadra mobile ma insieme alla guardia di finanza.  

Nel frattempo, per quanto riguarda il primo filone d'indagine, sembrerebbe che la procura abbia delegato accertamenti biologici forensi su reperti ospedalieri con incarichi conferiti alle dottoresse Simonetta Verdiani, già titolare dell'ex laboratorio di genetica e medicina forense dell'Istituto di medicina legale dell'università di Genova e Anna Rocchi del laboratorio forense dell'università di Pisa. 

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