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Cronaca

Ventidue morti sul lavoro in Liguria da gennaio a novembre 2021

L'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre ha assegnato i colori alle regioni sulla base della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa: la Liguria è in zona gialla con un dato inferiore alla media nazionale

Da gennaio a novembre 2021 i morti sul lavoro sono stati 22 in Liguria, dieci nella città metropolitana di Genova, sei a Savona, cinque a Imperia e uno a La Spezia. Un dato che fa finire la nostra regione fra quelle dove il rischio di morte è più basso, secondo la mappa delle regioni in cui è più pericoloso lavorare, elaborata dall'osservatorio Vega Engineering.  

La pandemia ci ha obbligati da diversi mesi a vivere l'Italia 'a colori'. Ma ci ha anche insegnato che i colori possono raccontare l'emergenza in modo più semplice ed efficace. Per questo l'Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre - che da oltre un decennio elabora indagini statistiche sulle morti bianche nel nostro Paese - ha deciso di utilizzare gli stessi colori per descrivere in modo più leggibile e incisivo le tragedie che si consumano nella quotidianità lavorativa. Si tratta, dunque, di una zonizzazione sulla base della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un'incidenza media nazionale (Im=38,5).

Per quello che riguarda la nostra regione, inserita in zona gialla, il dato è inferiore alla media nazionale e si stanzia a 36,6, passando a Genova siamo invece a 30,3. A finire in zona rossa nei primi 11 mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 38,5 morti ogni milione di lavoratori) sono Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta. Seguono in zona arancione Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia. In zona gialla troviamo invece la Liguria insieme a Lazio, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna, Sardegna e Toscana. Le regioni più sicure d'Italia, in zona bianca, sono Lombardia e Calabria.

Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre commenta: "Manca ancora un mese al bilancio di fine anno e in Italia sono già 1.116 i morti sul lavoro nel 2021. Un dramma che non conosce fine. Ma i numeri assoluti non bastano a definire l’emergenza nel Paese. Perché, come diciamo da sempre, è l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa a descrivere correttamente e obiettivamente l’emergenza, regione per regione. Ed è così che la Lombardia - che conta il maggior numero di vittime in Italia, ma anche il maggior numero di persone occupate - è anche quella più sicura, perché l’incidenza di mortalità è la più bassa d’Italia".

I numeri assoluti delle morti sul lavoro in Italia

Diversa infatti è la geografia dell'emergenza quando si leggono i numeri assoluti. Da gennaio a novembre 2021 sono stati 107 i morti sul lavoro in Lombardia, seguono: Campania (101), Piemonte (79), Lazio (77), Emilia Romagna (76), Puglia (73), Veneto (70), Toscana (46), Sicilia (42), Abruzzo (35), Marche (25), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (23), Liguria (22), Umbria (21), Sardegna (17), Molise (15), Basilicata (14), Calabria (13) e Valle D’Aosta (3). 

Da gennaio a novembre del 2021 sono 1.116 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 882 (-7,4% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 234 (+ 17,6 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere.  A fine novembre 2021 si registrano 99 vittime in più rispetto a fine ottobre 2021. Ancora il settore delle Costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti in occasione di lavoro (111 dall’inizio dell’anno).  Seguono: Attività Manifatturiere (98), Trasporto e Magazzinaggio (87), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (73).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (606 su un totale di 882). Ma anche qui, valutando il dato rispetto al numero di occupati per fascia di età, si scopre che è più a rischio il lavoratore over 65, con un’incidenza di mortalità del 196,7, mentre tra i 55 e i 64 anni l’incidenza scende a 90,2, tra i 45 e i 54 anni a 38,6 e tra i 35 e 44 anni a 15,7. L’incidenza di mortalità minima è nella fascia di età tra 25 e 34 anni, pari a 11,3, mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 28 infortuni mortali ogni milione di occupati. 

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi undici mesi del 2021 sono 85 su 882. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre del 2021 sono 132. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi dieci mesi dell’anno.

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