Genovesi a tavola: cosa ci fa arrabbiare
Ci sono cose che noi genovesi non possiamo accettare a tavola, specie se si va a toccare la nostra cucina. Un esempio? Il pesto con le noci
I genovesi hanno molti pregi, ma sono suscettibili. Stiamo naturalmente generalizzando, ma in molti casi è davvero così, in particolare se si parla di cucina.
Cosa ci fa davvero arrabbiare a tavola? Sicuramente non ci avete mai riflettuto troppo su, ma con molta probabilità vi ritroverete in alcuni dei punti qui sotto.
- I ravioli col pesto. No, no e ancora no. I ravioli col pesto non si mangiano mai, per nessuna ragione al mondo. Farlo equivale a "sputare" sul buon nome della cucina genovese.
E le lasagne con il pesto? Buonissime, ma non dimentichiamo che in questo modo il pesto viene cotto.
Un vero genovese non mangia il pesto cotto. Mai.
- La focaccia alta e secca, dura come un mattone. Non si può chiamare focaccia. D'accordo, non a tutti piace allo stesso modo: c'è chi la preferisce morbida e chi croccante, chi la adora con il sale grosso sopra, chi la mangia unta e chi no.
Ma la focaccia alta e secca non è focaccia.
- La sostituzione dei pinoli nel pesto con le noci. I pinoli non si sostituiscono. Non si hanno pinoli in casa? Il pesto non si fa. Il pesto è sacro, gli unici ingredienti a cui si può rinunciare sono fagiolini e patate insieme alla pasta.
Ma se ci sono anche loro, tanto meglio.
- Le persone che non apprezzano la cima. Andiamo, è realmente possibile? «A çimma pinn-a, o re di piatti frèidi» scriveva Aldo Acquarone. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
- Fantasiose varianti del polpettone di fagiolini. L'unica versione è quella delle nostre nonne, da custodire gelosamente. Tutte le varie ed eventuali aggiunte non sono bene accette.
I gusti sono gusti, ma guai a chi tocca la nostra cucina. Da buoni genovesi, cosa vi fa andare su tutte le furie a tavola?