rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Chi andava in vacanza e chi al lavoro, le 43 vite interrotte dal crollo del Morandi

I piccoli Samuele e Crystal, Mirko e Bruno, impegnati a lavorare sotto la pioggia, e poi Stella, Elisa, Marius, Giorgio: i nomi di chi non verrà dimenticato mai, strappato alla vita dalla caduta del colosso di calcestruzzo e acciaio

I sorrisi più dolorosi da guardare sono quelli del piccolo Samuele, 8 anni, e della piccola Crystal, che ne aveva appena uno in più. Stavano andando verso una giornata di svago con i genitori, nella testa e nel cuore, nonostante la pioggia, il mare, i tuffi, i gelati mangiati sotto il sole e le partite a palla. Invece sulla loro strada hanno trovato la morte, sotto forma di quel ponte che si scorgeva già da lontano, il “ponte di Brooklyn” che dopo 40 anni è crollato, accartocciandosi su se stesso e portandosi via in una nuvola di pioggia e polvere decine di auto e 43 vite. Tra cui, appunto, anche quelle di Samuele e Criytal e dei loro genitori.

Mamma e papà di "Samu" erano Roberto Robbiano, 44 anni, ed Ersilia Piccinino, 41. Originario di Voltri lui, della Calabria lei, erano diretti proprio verso Voltri, per pranzare con il nonno, il giorno della tragedia del 14 agosto 2018. Vivevano a Campomorone, e proprio il Comune di Campomorone (il cui sindaco ha emesso ordinanza per chiedere di rispettare un minuto di silenzio alle 11.36 del 14 agosto, e di tenere le saracinesche abbassate) ha deciso di intitolare a Samuele il campo sportivo polivalente Giardini Dossetti. 

Nelle foto di famiglia, Roberto ed Ersilia appaiono sempre sorridenti, il piccolo Samuele con lo sguardo vispo e curioso con cui un bambino di 8 anni inizia a conoscere la vita. Lo stesso che aveva Crystal, che con mamma Dawna Munroe e papà Cristian Cecala da Oleggio, nel novarese, era partita la mattina del 14 agosto per arrivare alla meta delle vacanze, l’isola dell’Elba. I corpi della famiglia Cecala sono stati tra gli ultimi a essere ritrovati sotto le macerie della pila 9, ma i familiari avevano ormai perso le speranze di rivederli vivi.

Chi sono le vittime del crollo di Ponte Morandi

Chi non ha perso la speranza sino all’ultimo, invece, è stata Paola Vicini, la mamma di Mirko. Il suo corpo è stato estratto per ultimo dalle macerie, 5 giorni dopo la tragedia, e mamma Paola mai si è allontanata dal presidio della Protezione Civile e della Croce Rossa allestito vicino al luogo del crollo: «Non me ne vado sinché non lo vedo».

Alla notizia del suo ritrovamento, soltanto allora, Paola ha lasciato che il dolore la invadesse. Mirko Vicini, 31 anni, era un dipendente Amiu, assunto con contratto a termine per l’estate insieme con il collega Bruno Casagrande, 57 anni, il 12 luglio del 2018: la mattina del 14 agosto stavano lavorando nell’isola ecologica che sorgeva sotto il viadotto, nel giro di pochi istanti il furgoncino su cui si trovavano è stato sepolto da tonnellate di calcestruzzo e asfalto. Bruno ha lasciato la moglie Rosanna, che lo aspettava a casa per partire per la campagna, e i due figli di 13 e 20 anni: da tempo aspettava una nuova occasione lavorativa, e il contratto in Amiu, pur temporaneo, gli aveva regalato nuove speranze per il futuro.

Speciale Ponte Morandi: leggi tutto

Con Bruno e Mirko, nello spiazzo di Amiu, c’era anche Alessandro “Sandro” Campora, 46 anni, dipendente di Aster, altra partecipata del Comune: uscito la mattina per andare al lavoro, ha salutato la moglie da cui non è più tornato. A lavorare stavano andando anche Elisa Bozzo, “La Ely”, partita da Busalla, e Andrea Cerulli, “camallo” della Culmv: a lanciare l’allarme in entrambi i casi, la mattina del 14 agosto, gli amici, con un tam tam su Facebook. Lo stesso luogo virtuale in cui Elisa scriveva “come posso io non celebrarti vita”, e dove Andrea postava le foto in cui reggeva sulle spalle il figlioletto, addosso la maglia del Genoa di cui era grandissimo tifoso. 

Francesco Bello, 41 anni, era invece originario di Serra Riccò: abitava a Pegli, con la compagna, con cui condivideva il lavoro e l’amore per i gatti. Gli amici ancora tengono vivo il suo ricordo dove possono, nei loro cuori e su Facebook, dove condividono pensieri e parole da cui trapela tutto il dolore e la nostalgia: «Per questa sera, in questa occasione solo il nostro intenso pensiero affettuoso, ci manchi e manchi a tutte le persone che ti hanno voluto bene - scriveva un amico il 14 luglio - ma ci fa bene ritrovarti in questo nostro appuntamento legato ad una data da non dimenticare. Ciao caro Francesco, a presto»

I resti del ponte Morandi, Genova sconvolta da decine di morti | Foto

Giorgio Donaggio, imprenditore 57enne di Toirano, amava il mare e i motori: del primo aveva fatto un lavoro -era il titolare della Donaggio Boat Service di Andora - dei secondi una passione che lo aveva portato a diventare campione italiano di moto trial, e che condivideva con i figli Cristian, Luca e Matteo.

Marian Roşca, 36enne di Curtişoara, in Romania, e il collega Anatoli Malai, 44 anni, viaggiavano sul Morandi a bordo del loro camion. Alle 11.36 sono precipitati nel vuoto: Anatoli è morto sul colpo, Marian ha resistito per qualche ora nel reparto di terapia intensiva del San Martino, poi il suo cuore ha smesso di battere. L’ultimo regalo l’ha fatto alle tre persone che hanno ricevuto i suoi reni, due bambini, e il suo fegato. Autotrasportatori erano anche Gennaro Sarnataro, 43 anni, di Casalnuovo, e il collega di Grotte (Agrigento), Vincenzo Licata, 58 anni, che tornavano da Nizza: Gennaro è stato uno dei feriti estratti dalle macerie e portati d’urgenza in ospedale, ma le speranze di salvarlo si sono infrante poco dopo il suo arrivo.

Juan Carlos Pastenes, 64 anni, era uno chef, e così si definiva orgoglioso su Facebook. Originario di Santiago del Cile, viveva in Italia da 30 anni e la mattina del 14 agosto 2018 si è ritrovato a passare sul viadotto dell’A10 per raggiungere la meta delle vacanze. Con lui la moglie Nora Rivera Castillo e l’amico Juan Figueroa: nessuno è sopravvissuto.

Alberto Fanfani, 32 anni, e Marta Danisi, 29, sono morti insieme, i sorrisi e le speranze per il futuro spazzate via in pochi attimi: Alberto era un medico anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa e frequentava il quinto anno della Scuola Ospedaliera Universitaria Pisana, e sul lavoro aveva conosciuto Marta, infermiera ad Alessandria. Un amore grande, distrutto dal crollo: a maggio 2019 avrebbero dovuto sposarsi. 

Marius Djerri, 22 anni, originario di Shijaku, in Albania, ma da anni residente a Cornigliano, stava andando al lavoro a Rapallo con il suo collega, Admir "Edi" Bokrina, quando il ponte è crollato: i loro corpi senza vita sono stati estratti dalle macerie davanti agli sguardi scioccati dei genitori. Marius amava il calcio, ed era una delle giovani promesse del Campi Corniglianese, che lo scorso maggio ha organizzato un torneo in sua memoria. Il suo corpo riposa nel cimitero di Coronata, collina da cui si scorgerà chiaramente il nuovo ponte una volta ricostruito.

Luigi Matti Altadonna, 35 anni, era originario di Borghetto Santo Spirito. Sposato con Lara, era l’orgogliosissimo papà di 4 bambini, e proprio per provvedere alla sua famiglia stava andando a lavorare anche la vigilia di Ferragosto, dopo avere ottenuto un contratto che lo aveva riportato in Liguria. La sua morte ha gettato nella disperazione una famiglia numerosa e affiatata, per cui in tanti si sono mobilitati. E lo scorso giugno la famiglia ha deciso di ricordare Luigi con un atto d’amore: papà Giuseppe e mamma Maria Grazia, i fratelli Claudia e Michele e la moglie Lara hanno donato all’istituto comprensivo Renzo Pezzani di Sestri Ponente un defibrillatore.

A Pinerolo, in Piemonte, vivevano invece Andrea Vittone, 50 anni, originario di Venaria, la compagnia Claudia Possetti, 48 anni, e i figli di Claudia, Manuele e Camilla, di 16 e 13 anni. Per loro si è sperato sino all’ultimo, ma alla fine la più tragica delle conferme è arrivata. Camilla amava la danza, Manuele il ciclismo, papà Andrea si dilettava con il calcio. Con Claudia si erano sposati da poco. Erano appena tornati dal viaggio di nozze, in cui tanto avevano voluto Manuele e Camilla, e avevano deciso di godere sino in fondo di quella nuova felicità ritagliandosi ancora qualche giorno di vacanza.

Piemontesi erano anche Alessandro Robotti, 50 anni, e la moglie Giovanna Bottaro, 43 anni: originari di Arquata Scrivia, il 14 agosto stavano rientrando da una vacanza a Varigotti. A casa, a Serravalle Scrivia, non sono più tornati: Alessandro, appassionato di astronomia, era il titolare della Farmacia comunale di Arquata, e la sua Giovanna gli era rimasta accanto durante un periodo durissimo seguito a un ictus. In auto con loro, quella tragica mattina, c’era anche l’amato cagnolino.

Sogni e speranze infrante anche per i quattro ragazzi di Torre del Greco che la mattina del 14 agosto erano impegnati nel loro viaggio “on the road” con cui avevano deciso di trascorrere le ferie. Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione erano partiti per andare a Nizza, dove li aspettava la sorella di Matteo, ma all’ultimo minuto avevano cambiato idea con l’entusiasmo, la spontaneità e la libertà di quattro ragazzi con tutta una vita davanti. Avevano deciso di muoversi prima verso Barcellona, per festeggiare nella movida spagnola il 27esimo compleanno di Gerardo. 

In vacanza erano anche Nathan Gusman, 20 anni, la fidanzata Melissa Artus-Bastit, 22, e gli amici Axelle Namate Place, 20 anni, e William Pouzadoux, 20. Axelle, Melissa e Nathan erano partiti insieme e avevano recuperato William a Nimes, nel sud della Francia: erano diretti proprio a Genova, da dove, dopo qualche giorno, avrebbero dovuto salire su un traghetto che li avrebbe portati in Sardegna. 

Henry Diaz, 30 anni, abitava invece a Uscio: in auto viaggiava con Angela Zerilli, 60 anni, di Corsico Milanese, che stava accompagnando proprio a Uscio da Milano. Henry studiava Ingegneria, era originario della Colombia e in Liguria era arrivato negli anni 2000, insieme con la madre e il fratello più piccolo, Emmanuel, per un nuovo inizio. Il 14 agosto viaggia sulla sua Opel gialla sull’A10 perché Angela, che soffriva il mal d’auto, gli aveva chiesto la cortesia di fare un percorso un po’ più lungo, ma senza curve: Henry aveva accettato di buon grado e aveva imboccato la A26, ritrovandosi poi sul viadotto quando il Morandi ha ceduto.

Il ponte è crollato anche sotto l’auto su cui viaggiavano Stella Boccia, 24 anni, originaria di Arezzo ma residente a Viciomaggio, e il fidanzato, Carlos Jesus Eraso Trujillo, 24 anni, anche lui residente in provincia di Arezzo: stavano tornando da una vacanza. Lunghissimi capelli biondi, occhi azzurro cielo, Stella su Facebook invitava a “dare ascolto sempre al tuo sesto senso perché avrà sempre ragione”. Del suo Carlos, che frequentava da pochi mesi, era innamoratissima.

 Il loro è uno dei tanti amori stroncati da una tragedia che ancora oggi, a distanza di un anno, ancora non ha responsabili ufficiali.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Chi andava in vacanza e chi al lavoro, le 43 vite interrotte dal crollo del Morandi

GenovaToday è in caricamento