Ponte Morandi, al via l'incidente probatorio sulle cause del crollo
Sotto il tendono installato al quarto piano di Palazzo di Giustizi, in cortile, la prima di una lunga serie di udienze preliminari: presenti anche i parenti delle vittime
È iniziato lunedì mattina il secondo incidente probatorio sulla tragedia del ponte Morandi, e la gigantesca macchina ha già rischiato di fermarsi. Gli avvocati della difesa avevano infatti chiesto 15 giorni di stop chiamando in causa il software usato per calcolare la capacità di tiraggio dei cavi degli stralli, e obiettando per l'assenza dei fogli di calcolo utilizzati per redigere la monumentale perizia consegnata in mattinata.
A poche ore dall'inizio di un'udienza che dà il via alla parte più complessa e significativa dell'inchiesta sul crollo del 14 agosto 2018, però, il gip Angela Nutini ha negato il rinvio, disponendo subito la relazione e la discussione. Una decisione che ha fatto tirere un sospiro di sollievo soprattutto ai parenti delle 43 vittime del crollo del Morandi, che da oltre due anni aspettano risposte su come e perchè il viadotto è crollato, e sopratuttto attendono di giustizia e attribuzione di responsabilità.
Hanno preso posto anche loro, lunedì mattina, nella tendostruttura installata nel cortile di palazzo di giustizia, in grado di ospitare circa 200 persone. In tribunale sono arrivate proprio circa 200 persone tra avvocati, parte civili, persone coinvolte nell'inchiesta, il pool della procura e i tecnici. Il quarto piano, quello del cortile, è interdetto a chiunque non sia parte del procedimento. Il gip Angela Nutini ha fissato le udienze tutti i giorni, sabato compreso, per tutto il mese di febbraio.
La prima udienza era sin dall'inizio interamente dedicata all’acquisizione della perizia, con i periti d'ufficio che la illustreranno nel corso di un contraddittorio rispondendo alle domande di accusa e difesa. La perizia era stata consegnata lo scorso dicembre, un corposo documento di 500 pagine in cui veniva evidenziata - in estrema sintesi - quella che per i periti è la causa del crollo: la corrosione dei cavi del tirante sud della pila 9, unita alla mancata manutenzione.
«Mi auguro che, a oltre due anni da quel 14 agosto, al più presto le famiglie delle vittime possano finalmente conoscere la verità e avere giustizia per i loro cari - ha detto il presidente della Regione, Giovanni Toti - Una tragedia non solo per Genova e la Liguria, ma per l’Italia intera, che nessuno di noi potrà mai dimenticare».