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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Crollo Ponte Morandi, Toninelli: «Revoca concessioni ad Autostrade». La società si difende

Il ministro delle Infrastrutture e il punta il dito contro la gestione dell'azienda e chiede le dimissioni dei vertici

«I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto»: così il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha commentato il disastro provocato dal crollo di Ponte Morandi, il viadotto dell’A10 collassato martedì 14 agosto provocando al morte di almeno 37 persone.

Toninelli già poche ore dopo la tragedia era intervenuto sulla tragedia, assicurando che «chi sarà identificato come responsabile pagherà sino in fondo». E oggi, giorni in cui è arrivato a Genova insieme con il collega Luigi Di Maio, per un sopralluogo, torna all’attacco: «Visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro». 

«Oggi sarò tra le macerie macchiate di sangue e provo rabbia perché in un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla. Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade - ha sottolineato Toninelli - lo farà lo Stato».

La difesa di Autostrade: «Controlli trimestrali sul ponte»

Anche Luigi Di Maio, che in mattinata ha partecipato anche al tavolo in Prefettura, ha puntato il dito contro Società Autostrade per la mancata manutenzione, annunciando un giro di vite sui controlli di tutte le infrastrutture. Autostrade, dal canto suo, si è difesa spiegando che «l’infrastruttura era monitorata dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche. Inoltre le strutture tecniche preposte si sono avvalse, per valutare lo stato di manutenzione del viadotto e l’efficacia dei sistemi di controllo adottati, di società ed istituti leader al mondo in testing ed ispezioni sulla base delle migliori best practices internazionali».

«Gli esiti delle attività di monitoraggio e delle attività di verifica svolte dagli autorevoli soggetti esterni hanno sempre fornito alle strutture tecniche della società adeguate rassicurazioni sullo stato dell’infrastruttura - prosegue la società in una nota - Questi stessi esiti sono stati utilizzati come base per la progettazione degli interventi di manutenzione sul viadotto approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo le norme di legge e le previsioni della Convenzione. Le strutture tecniche di Autostrade per l’Italia stanno fornendo alle istituzioni competenti tutto il supporto necessario per l’accertamento delle cause del tragico evento e per il ripristino dell’autostrada nei tempi più rapidi possibili».

Toninelli: «La ricostruzione partirà subito»

Dal punto di vista della ricostruzione e dei supporti, il ministro Toninelli ha invece assicurato che verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la 'Strada a mare’: «Per la ricostruzione del ponte Morandi, che voglio sottolineare necessitava di manutenzione da decenni - ha detto Toninelli - verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali».

Il ministro delle Infrastrutture del governo giallo-verde non si è poi risparmiato una stoccata agli avversari politici: «A chi sta speculando su questa tragedia voglio dire: è impensabile, oltre che ignobile, collegare il crollo del ponte Morandi alla messa in discussione della realizzazione della Gronda di Genova, su cui è in corso un’analisi costi-benefici. Si tratta di un’opera che non costituisce una soluzione sostitutiva rispetto al viadotto sull’A10. E che comunque sarebbe pronta nel 2029. Ora basta sciacallaggio, noi vogliamo le grandi opere utili. E pensiamo soprattutto a rendere sicura questa nostra malridotta Italia».

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