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Cronaca

Coronavirus, gli addetti alle pulizie degli ospedali: «Anche noi in prima linea nell'emergenza»

Lo sfogo dei lavoratori del comparto pulizie, ogni giorno potenzialmente a contatto con pazienti positivi e impegnati in ambienti a rischio

Non solo medici, infermieri e oss: in prima linea, per consentire che l’attività negli ospedali proceda con regolarità e senza intoppi durante l’emergenza coronavirus, ci sono anche gli addetti alle pulizie in servizio nelle strutture ospedaliere.

«Io lavoro al Galliera - racconta Gianluca Facciolo - io e i miei colleghi stiamo gestendo turni massacranti, tanti si sono fermati perché stanno male. Nel nostro lavoro siamo alle prese con pazienti positivo al virus e abbiamo i dispositivi di protezione contati. Come tutti abbiamo timori di contrarre il virus, non soltanto per noi ma anche per i nostri genitori, i mariti e le mogli, i figli. Io ne ho tre piccoli, di cui una cardiopatica. Iniziamo alle 6 del mattino e negli ultimi giorni ci siamo anche con il servizio notturno».

Al Galliera sono più o meno 160 i lavoratori del comparto pulizia, molti dei quali entrano in contatto - pur con tutte le dovute protezioni e rispettando il protocollo di sicurezza - con pazienti positivi. E se inizialmente venivano sottoposti a tampone regolarmente proprio per la vicinanza a soggetti positivi e la presenza in ambienti a rischio, negli ultimi giorni hanno dovuto adeguarsi alle necessità più impellenti.

«Da sabato a oggi ho prestato servizio nelle stanze e nei reparti in cui sono transitati almeno una decina di pazienti positivi - spiega ancora Facciolo - È ovvio che sono preoccupato, usiamo tutti i dpi e le procedure del caso, ma il rischio c’è. La colpa non è né delle cooperative né dell’ospedale, è questa situazione di emergenza in cui ci ritroviamo che ha finito per farci avere dispositivi di protezione e tamponi contati: è un problema che nasce dall’alto, tagli al sistema sanitario con cui oggi ci troviamo a fare i conti».

Preoccupazioni e timori legittimi, che non impediscono però ai lavoratori delle pulizie di continuare a svolgere la loro attività: «È importante però ricordare che ci siamo anche noi - conclude Facciolo - che rischiamo, la nostra salute e quella dei nostri cari. Va detto che hanno finanziato corsi per formarci e per aiutarci a svolgere il nostro lavoro in sicurezza, all’inizio eravamo tutti impreparati, adesso le cose stanno migliorando, e speriamo che sia un monito per non ritrovarci più in situazioni di questo genere».

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