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Cronaca

Coronavirus, boom di chiamate al 112: «Non telefonate per semplici informazioni»

Da Regione e Alisa l’appello a non intasare la linea riservata alle emergenze (sanitarie e non solo): chiamare il numero soltanto se si hanno sintomi

Centinaia, migliaia di telefonate al giorno al numero unico di emergenza, il 112, per chiedere semplici informazioni: anche questo è un modo per sovraccaricare il sistema sanitario, che sta faticando a gestire non soltanto l’emergenza coronavirus, ma anche tutte le altre chiamate relative alle problematiche sul territorio. 

Nella sola giornata di domenica, quella più caotica, in cui è entrato in vigore il decreto governativo dell'8 marzo e la conseguente ordinanza della Regione, sono state 1061 le chiamate ricevute per coronavirus su 4744 totali, pari al 22,4 %.  A 416 persone è stato fornito il numero nazionale 1500, 120 chiamate sono state passate alla Asl 3 per informazioni, 251 chiamate sono state passate alle centrali 118 (sintomatici aree a rischio o contatti stretti) e 274 alla Asl (asintomatici aree a rischio o contatti stretti).

Da Regione e Alisa, dunque, arriva l’appello a utilizzare il 112 - che, lo ripetiamo, è il numero unico di emergenza per tutta la Regione - soltanto se si hanno sintomi come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, quelli che insomma farebbero scattare il protocollo apposito per la gestione di eventuali casi di coronavirus.

Per tutte le informazioni di altra natura - l’applicazione del decreto nazionale e le conseguenze sulla vita quotidiana, il lavoro e gli spostamenti, per i dubbi che non hanno a che vedere con sintomi e condizioni mediche - è necessario chiamare il 1500, il numero istituito a livello nazionale proprio per dare informazioni sui decreti governativi e in generale il coronavirus.

«Richiamiamo tutti a un senso di responsabilità e telefonare al NUE 112 solo in caso di necessità o in presenza di sintomi. Tutte le richieste di informazione - che competono al 1500 gestito a livello nazionale - rischiano di rallentare i tempi di risposta del 112 a scapito di chi ha davvero bisogno».

Gli operatori della centrale del 112, infatti, segnalano che le chiamate per coronavirus riguardano principalmente soggetti sintomatici o asintomatici che provengono da aree a rischio secondo il decreto dell’ 8 marzo, oppure che hanno avuto contatti più o meno stretti con persone positive al covid-19. Stanno progressivamente aumentando anche le chiamate di autodenuncia in seguito all’ordinanza regionale 4/2020. Per questi casi, è importante ricordare che è possibile segnalarsi, giustamente, attraverso l’indirizzo mail sonoinliguria@regione.liguria.it.

Più nello specifico, le richieste di informazione riguardano:

  • Come posso fare per muovermi da o verso una zona rossa
  • Informazioni generiche sulla sintomatologia provocata dal Covid-19 o sulle modalità di propagazione
  • Come posso fare per effettuare il tampone (soggetti non a rischio)
  • In quali casi devo fare il tampone
  • Mi hanno fatto il tampone ma non ho ancora avuto risposta
  • E’ arrivato il mio vicino da zona rossa  e non si vuole autodenunciare
  • Posso andare in aeroporto a Milano ecc ecc
  • E’ pericoloso attraversare in auto, in camion, in treno le zone rosse

L’invito, inoltre, è sempre lo stesso: i casi di contagio stanno salendo vertiginosamente in tutta Italia ed è necessario restare il più possibile in casa per contenerlo, influendo direttamente sui contatti da interazione sociale, che sono il mezzo preferito del coronavirus di diffondersi. In caso di sintomi, inoltre, obbligatorio chiamare o il 112, o il medico curante o la guardia medica, e attenersi rigorosamente alle loro indicazioni senza presentarsi spontaneamente né in studi medici, né in ambulatori, né (soprattutto) in pronto soccorso. Gli sforzi degli operatori sono tutti finalizzati a curare i pazienti al meglio, e per farlo è necessario alleggerire quanto più possibile il carico del sistema sanitario.

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