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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Fiamma dritta e buoni auspici", il Confeugo in piazza De Ferrari

Tanti genovesi hanno partecipato alla tradizionale festa con l'accensione affidata al sindaco Marco Bucci, nei panni del Doge

Folla in piazza De Ferrari per la tradizionale cerimonia del Confeugo, organizzata dal Comune di Genova e dall’associazione A Compagna. Accensione affidata al sindaco Marco Bucci, vestito da Doge, e fiamma dritta. Secondo la tradizione popolare significa che per i genovesi il prossimo anno partirà con i migliori presupposti.

"Fiamma dritta, buon auspicio - ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci subito dopo l’accensione del ceppo di alloro - è stata una bella festa. Il mio augurio per la città è che si possa continuare nel percorso di crescita che abbiamo avuto negli ultimi anni. Ci impegneremo per portare a termine tutti i grandi progetti per consegnare una Genova migliore a tutti i cittadini e soprattutto ai nostri figli".

Il Confeugo in piazza De Ferrari. Foto

"La fiamma è andata dritta, un ottimo auspicio per Genova e per tutta la nostra regione - ha ribadito il presidente della Regione Giovanni Toti - e credo che il 2023 sarà un anno bello e importante; in questi ultimi mesi abbiamo lavorato molto perché lo fosse, mi riferisco soprattutto alla fase post pandemia. Il virus non è ancora completamente sconfitto ma siamo riusciti grazie alla scienza a rialzare la testa, riappropriandoci della nostra vita e ritrovandoci anche oggi per festeggiare una bella tradizione, in una piazza piena come lo è stata in occasione dell’accensione dell’albero l’8 dicembre. Questo dimostra un senso di comunità profondo".

L’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti ha aggiunto: "Tantissime persone in piazza De Ferrari per il Confeugo, una tradizione che affonda le sue radici nella storia della Liguria e della Repubblica di Genova. La fiamma è salita dritta e coraggiosa nel cielo, che sia di buon auspicio per il 2023”.

Il racconto del pomeriggio 

Il pomeriggio è iniziato alle ore 16 da piazza Caricamento con il corteo guidato dall’abate del popolo, i gruppi storici, gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna e un carro trainato dai cavalli bardati dei Carratê. Dopo aver percorso via Frate Oliverio, piazza della Raibetta, via San Lorenzo, piazza Matteotti e via Petrarca è arrivato in piazza De Ferrari dove l’abate del popolo ha incontrato il sindaco offrendogli il tradizionale 'Confeugo', un grande fascio di rametti di alloro sistemato di fronte all’ingresso di Palazzo Ducale a cui è stato appiccato il fuoco al rintocco del 'Campanon de Päxo', la campana collocata sulla Torre Grimaldina. Successivamente, nel Salone del Maggior Consiglio di palazzo Ducale, sono stati espressi i messaggi augurali del sindaco Marco Bucci, del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e del presidente de 'A Compagna' Franco Bampi che, in veste di abate, come da tradizione ha elencato i problemi insoluti della città esprimendo molte raccomandazioni e l'augurio che ne venga tenuto conto, quest'anno i 'mugugni' sono stati su rifiuti, trasporto pubblico locale e zampilli di piazza De Ferrari. Nel corso della cerimonia anche l'omaggio al poeta genovese Carlo Malinverni e poi armonie natalizie a cura del liceo musicale Pertini, esecuzioni del violinista Eliano Calamaro, della chitarrista Silvia Groppo, danze popolari e l'inno dei genovesi 'Ma se ghe penso'.  

La storia del Confeugo  

Questo rito riprende un’antica tradizione della Repubblica di Genova, documentata dal secolo XIV, ma probabilmente più antica, risalendo presumibilmente al Medioevo, forse all’epoca del Comune del Popolo (XII secolo). Essa consisteva infatti nell’omaggio da parte dell’Abate, che rappresentava il Popolo, alle massime Autorità di un grosso tronco di alloro, ricoperto di rami. Ne furono destinatari nel corso del tempo, prima il Podestà, poi il Capitano del Popolo e infine il Doge.  

Esistono testimonianze del fatto che il corteo partisse dalla Valle del Bisagno e attraverso il Ponte di Sant’Agata percorresse le attuali via San Vincenzo, Via Porta d’Archi, vico Dritto Ponticello, Porta Sant’Andrea fino ad arrivare al Palazzo del Governo, l’attuale Palazzo Ducale.  

Davanti al Ducale l’Abate si rivolgeva al Doge pronunciando le seguenti frasi: “Ben trovòu Messê ro Duxe” e il Doge rispondeva “Ben vegnûo Messê l’Abbòu”.  

In tarda serata il Doge e il suo seguito appiccavano fuoco all’alloro, per buon auspicio, e vi gettavano sopra un vaso di vino e lo addolcivano con confetti e zucchero. I presenti cercavano di portare a casa un tizzone come amuleto.  

La Cerimonia venne sospesa nel Settecento e ripresa nel 1923 dall’associazione A Compagna, associazione nata in quell’anno per la tutela e la conservazione della cultura e delle tradizioni genovesi, per esser nuovamente interrotta nel 1937. Da allora è il presidente della Compagna che impersona l’Abate del Popolo, portando il tradizionale tronco d’alloro al Sindaco. Dal 1951 la Cerimonia è continuata di anno in anno sempre con l'offerta di una pianta di alloro, adorna dei colori rosso e bianco, completata con il falò rituale di un fascio di alloro ed uno scambio di auguri contornato da commenti sugli avvenimenti dell’anno trascorso e impegni e richieste per l’anno a venire. 

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