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Cronaca Centro / Via Colombo

Femminicidio via Colombo, Clara si era pagata il funerale. L'assassino: "Non voleva tornare con me"

Le testimonianze dei negozianti e il presidio femminista davanti al negozio della commerciante uccisa con trenta coltellate dall'ex compagno

Tulipani e mimose davanti alla saracinesa di Clara Ceccarelli, la commerciante genovese  di 69 anni uccisa ieri con trenta coltellate da Renato Scapusi, il compagno che non voleva saperne della fine della loro relazione.

"Clara due settimane fa si era andata a pagare il funerale. Non voleva gravare sull'anziano padre e sul figlio. Forse aveva capito che sarebbe finita male". Lo hanno raccontanto i negozianti di via Colombo il giorno dopo la tragedia. 

L'assassino: "Abbiamo discusso, poi l'ho colpita"

"Sono entrato nel negozio e abbiamo iniziato a discutere. Volevo tornare con lei, ma Clara non voleva. Così l'ho colpita". È quanto ha detto agli investigatori ieri notte Renato Scapusi, l'uomo di 59 anni che ieri pomeriggio ha ucciso in pieno centro a Genova la ex compagna Clara Ceccarelli con trenta coltellate.

"Dopo ho vagato per la città fino al Galliera. Volevo uccidermi". Scapusi, difeso d'ufficio dall'avvocato Stefano Bertone, è accusato di omicidio volontario aggravato. Il pubblico ministero Giovanni Arena, che coordina le indagini della mobile e delle volanti, sta valutando se contestare la premeditazione.

Scapusi è arrivato in negozio con un coltello che poi ha buttato quando è scappato. Agli inquirenti non ha però saputo dire dove lo ha gettato. L'uomo perseguitava la ex da mesi: le telefonava di continuo, si presentava in negozio. Ma Clara non lo aveva mai denunciato, pur rimanendo ferma nella volontà di non volere riprendere la convivenza. Nei prossimi giorni verrà fissato l'interrogatorio di convalida davanti al gip. Non e escluso che il pm possa disporre una perizia psichiatrica su Scapusi.

Il cordoglio di Toti e Bucci

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci si sono uniti al dolore per la morte di Clara Ceccarelli, titolare del negozio di calzature Jolly di via Colombo accoltellata dall'ex compagno che è poi stato individuato in serata dalle volanti della polizia nei pressi dell'ospedale Galliera, apparentemente deciso a gettarsi da un muraglione e portato in questura per essere interrogato. Agli agenti avrebbe ammesso di avere colpito la ex compagna per gelosia e per rifiuto della fine della relazione, ma la sua testimonianza è al vaglio.

«La città si stringe con dolore e affetto attorno ai familiari di Clara - ha commentato il sindaco Bucci - , vittima di una violenza inaudita, aberrante e ingiustificabile. Agli investigatori e alla magistratura spetta il compito di fare totale chiarezza su quanto accaduto, alla nostra società quello di interrogarsi su episodi di tale gravità e comprendere come poter arrivare a cancellare il termine “femminicidio” dalle nostre cronache».

«Una preghiera per Clara, uccisa a coltellate nel suo negozio dall'ex compagno. Un terribile femminicidio, l’ennesimo nel nostro Paese, che deve farci riflettere e su cui mi auguro venga fatta giustizia senza sconti al più presto». Lo scrive il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, a seguito dell’efferata uccisione della donna da parte dell’ex compagno, nel suo negozio a Genova. «Alla sua famiglia va l’abbraccio della Liguria – aggiunge il governatore - in questo momento di grande dolore che unisce un’intera comunità».

Il presidio di "Non una di meno"

La saracinesca del negozio di Clara è nascosto da un manifesto rosa con su scritto: "Non è un raptus ad ucciderci. Basta crederci".

In duecento, quasi tutte donne, hanno reso omaggio all'ennesima vittima di femminicidio, un presidio dolente costruito anche sui ricordi di chi Clara "amica vera, donna dolcissima che aveva sofferto tanto" l'ha conosciuta davvero.

Il presidio è stato organizzato dal centro antiviolenza Mascherona di Genova: "siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi - ha detto Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona - ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L'uccisione di Clara è un'ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta a una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità".

Dichiarazione di Sheeba Servetto, segretaria regionale Uil Liguria

"Questo femminiciodio,avvenuto in via Colombo, ci tocca da vicino,non solo perché èavvenuto a due passi dalla Uil, in via Colombo, ma perché è figlio, ancora una volta, della cultura del possesso, della prevaricazione e della  violenza. Questi sono temi sui quali abbiamo ingaggiato una lotta quotidiana e che, come sindacato, intendiamo contrastare affinché non avvenga più   Un tema quello della violenza che ci ha toccati da vicino quando, in Lombardia, nell'estate di due anni fa una collega del Caf è stata uccisa da un  compagno di lavoro  con il quale aveva avuto una relazione.

Troppe donne hanno perso la vita per mano di compagni, amici, familiari o a causa di una mano armata dall'odio verso le donne.  Stiamo assistendo a una recrudescenza di sessimo,razzismo, misoginia. Purtroppo è qualcosa di palpabile di cui la società è tremendamente pregna. Le conversazioni che quotidianamente ingaggiamo tra i generi, dense  di maschilismo e misoginia in questo momento appaiono come sintomatiche di una criticità più volte denunciata ma molto spesso sottovalutata nelle possibili conseguenze: tra tutte l’episodio odierno.

Occorrono misure serie per contrastare questo meccanismo ormai da sconfiggere idealmente e nel  concreto nel quale  le donne sono qualcosa da possedere, zittire, sottomettere,emarginare , perché la violenza è  quindi una conseguenza di questa cultura che genera fatti gravissimi che sono anche aumentati nel corso della pandemia. È necessario che istituzioni e politica facciano fronte comune per contrastare il seme del male che cresce, purtroppo, in maniera incontrollata,spesso inconsapevole, nelle nostre famiglie, a scuola,sul lavoro, nelle istituzioni. Oltre alla volontà politica di contrasto alla violenza, occorrono risorse da destinare a progetti di sensibilizzazione e formazione che accompagnino uomini e donne nel lungo percorso della vita".

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