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Cronaca Albaro / Corso Italia

Cinghiali, dopo il salvataggio di corso Italia polemiche per gli abbattimenti di Pegli

Nelle stesse ore in cui sul lungomare cittadino gli animalisti si battevano per impedire l'uccisione di due ungulati intrappolati nel cortile del Nuovo Lido, a Villa Pallavicini tre esemplari venivano uccisi tra i sentieri del parco

Da una parte il lungomare di corso Italia, con i bagnanti in costume intenti a prendere il primo sole, dall’altro i giardini e i sentieri di Villa Pallavicini, a Pegli, popolati di famiglie e pensionati. A unire i due estremi della città i cinghiali, che nel primo caso, dopo una rocambolesca fuga via mare, sono riusciti a guadagnarsi la libertà, mentre nel secondo sono stati abbattuti dall’ex polizia Provinciale perché ritenuti “un pericolo per l’incolumità”.

Torna prepotentemente d’attualità la questione degli ungulati in città, e scoppia la polemica tra gli animalisti che per tutta la giornata di lunedì hanno presidiato il cortile tra il Nuovo Lido e il ristorante Garden, in corso Italia, per evitare l’uccisione di Vivien e Vittoria (il nome lo si deve a Saba Wesser, l’ex modella nota per la sua lotta in favore dei diritti degli animali e ormai sempre in prima linea per la tutela dei cinghiali), due femmine di cinghiale intrappolate dietro un cancello per evitare la loro fuga tra le auto. I due animali erano stati avvistati tra Sturla e Albaro nella serata e nella notte di domenica, e alla fine, inseguiti dalla Municipale, rinchiusi in via precauzionale nel giardino di corso Italia in attesa di trovare soluzioni.

VIDEO | Cinghiali in corso Italia, l'ex modella Saba Wesser contro l'abbattimento

Lunedì mattina l’odissea è iniziata: all’arrivo degli agenti dell’ex polizia Provinciale, ora gestita dalla Regione, gli animalisti erano già in posizione - in prima fila proprio Saba Wesser - per chiedere la loro cattura ed evitare l’uccisione. Un braccio di ferro durato sino alle 14, quando in corso Italia è arrivato Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, che ne ha decretato la salvezza: nessun pericolo per l’incolumità, le due femmine di cinghiale restavano ben chiuse all’interno del recinto, dunque il trasferimento nel centro recupero dell’Enpa, a Campomorone, era fattibile.

Grida di giubilo degli animalisti, ma durante le operazioni di cattura con le gabbie qualcosa va storto: uno dei due animali sfugge alle barricate, si fionda lungo la piscina del Nuovo Lido e poi scende in spiaggia e si getta in mare, iniziando a nuotare verso la salvezza in direzione Fiera. Alle calcagna, un intraprendente surfista che le pagaiava dietro tallonato da una motovedetta dei carabinieri. Alla fine, dopo un’ora di sforzi, il cinghiale ha guadagnato la riva all’altezza della Foce ed è fuggito verso la libertà, per la gioia degli animalisti e del pubblico che ormai, dopo ore di tribolazioni, si era appassionato al suo destino.

La gioia è stata però mitigata dalla notizia che, mentre in corso Italia ci si batteva per la salvezza delle due femmine di cinghiale, a Pegli, nel parco di Villa Pallavicini, tre esemplari venivano abbattuti dagli stessi agenti accorsi poi sul lungomare cittadino. Ufficialmente perché un pericolo per l’incolumità: «Non hanno ammazzato (per fortuna) un cinghiale che scorrazzava tra i bagnanti e ci vogliono far credere che questi, intrappolati in un parco chiuso da mura e cancelli, erano un rischio per i cittadini? - tuonano però gli animalisti - La verità è che non c'era nessuno a controllare il loro operato, e hanno potuto agire indisturbati! E’ una strage continua - concludono sconsolati - dove non ci siamo a presidiare, loro non perdono tempo e uccidono senza pietà».

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