Il problema dei cinghiali continua a tenere banco a Genova ed è ormai chiaro che si tratti di una vera e propria emergenza. Tra gli ultimi episodi i due ungulati che hanno tenuto sotto scacco il Nuovo Lido di Corso Italia e gli animali abbattuti a Pegli, tra i sentieri di Villa Pallavicini. 

A prendere posizione sulla situazione anche l'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Genova che con un lungo post sulla propria pagina Facebook: «Abbiamo passato un vero fine settimana di fuoco con tre cinghiali abbattuti a Pegli, uno catturato in corso Italia nei bagni Lido ed uno disperso in mare Il fortunato, diciamo così, è stato trasportato presso la nostra struttura di Campomorone cosi come il giorno prima era stato portato un cucciolo di pochi giorni di vita e poche settimane fa i due cinghiali di via Piave. Immaginiamo che sia chiaro a tutti che se tutti fossero stati catturati e portati da noi avremmo immediatamente collassato, e gli animali non avrebbero potuto ricevere le cure necessarie».

Inoltre l'esemplare catturato in corso Italia ha provocato un grave danno alla struttura, facendo fuggire anche altri animali, come si legge ancora nel comunicato dell'Enpa Genova: «Tuttavia anche così si è verificato nel nostro centro ciò che era prevedibile succedesse: il cinghiale del Lido una femmina adulta, affamata, fortemente stressata ed impaurita appena arrivata nei nostri recinti, che non sono stati costruiti con questo scopo, ha divelto la rete e si è data alla fuga seguita da i due cinghiali di via Piave, soggetti adolescenti che hanno seguito l'adulto femmina. Chi pensa che questa sia stata una sorta di auto liberazione sbaglia: non è cosi che si liberano gli animali in natura! È chiaro che se siamo messi di fronte all'alternativa: o li accogliete o verranno abbattuti, saremo sempre per l'accoglienza, ma lo ripetiamo: non è questa la soluzione».

 In chiusura un appello alle istituzioni: «Rivolgiamo un appello alle forze politiche, ai giuristi, ai semplici cittadini: Occorre reinterpretare la legge 221/2015 che vieta le immissioni di cinghiali in natura: queste non sono immissioni ma semplici ricollocazioni di animali già in libertà. L' unica soluzione possibile è la cattura ed il rilascio in natura, restituendo fra l'altro dignità al ruolo della ex polizia Provinciale che nell' immaginario collettivo sta passando dal ruolo di baluardo a difesa della natura a quello di carnefice».