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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Inchiesta sicurezza autostrade, in 56 rischiano il processo

I tre filoni di indagine partiti a seguito del crollo del ponte Morandi, riguardanti le barriere fonoassorbenti, le gallerie non a norma e i report falsi sui viadotti, che vedono indagate 56 persone, stanno per concludersi

Dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018, che ha provocato 43 vittime, oltre all'indagine per ricostruire le cause del crollo, che ha portato al rinvio a giudizio di 59 imputati, la Procura ha aperto altri tre fascicoli per indagare sulla sicurezza delle rete autostradale.

Le indagini si sono concetrate in particolare sui falsi report sullo stato dei viadotti, sulle barriere fonoassorbenti e sulla sicurezza delle gallerie. Le indagini svolte dalla guardia di finanza avevano scoperto che i tecnici di Spea redigevano falsi rapporti sullo stato dei viadotti per ritardare o evitare la manutenzione.

Gli inquirenti avevano riscontrato anche problemi nell'installazione delle barriere fonoassorbenti in alcuni tratti autostradali che, infatti, si erano distaccate mettendo a rischio l'incolumità degli automobilisti. Infine, il 30 dicembre 2019, era crollata una parte della galleria Bertè sull'A26, incidente che aveva spinto gli inquirenti a concentrarsi anche sulla sicurezza di queste strutture. 

Per ottimizzare efficacia e tempistiche delle indagini, le tre inchieste sono state poi riunite dai pm in un'unica maxi indagine per accertare le responsabilità per le carenze strutturali della rete autostrade, nel registro degli indagati sono iscritte complessivamente 56 persone.

Tra queste ci sono anche l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni di Aspi, Paolo Berti, ex direttore delle operazioni centrali, Antonino Galatà, ex ad di Spea, la società che si occupava delle manutenzioni. Sotto indagine anche diversi tecnici e dirigenti delle due società.

Le indagini preliminari sono nella fase conclusiva, i pubblici ministeri Stefano Puppo e Walter Cotugno hanno chiesto l'udienza per la selezione delle intercettazioni rilevanti ai fini dell'inchiesta. Dopo di che i pubblici ministeri potranno probabilmente valutare le posizioni dei singoli indagati per decidere sulle eventuali richieste di rinvio a giudizio.

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