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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Chiavari / Corso Dante

Delitto a Chiavari, ex collaboratore di giustizia ucciso in un parcheggio

La vittima, Orazio Pino, aveva 61 anni ed era originario di Misterbianco, in Sicilia. È stato trovato nelle vicinanze della sua auto, parcheggiata al quinto piano del silo di piazza Dante, con un foro sulla nuca

Un foro sulla nuca, il marsupio a poca distanza con il portafogli ancora all'interno, il cappuccio tirato sopra la testa: è stato trovato così Orazio Pino, 61 anni, ucciso nella tarda serata di martedì al quinto piano del silo di corso Dante, a Chiavari, freddato con tutta probabilità da quella che si presume possa essere una pistola di calibro molto piccolo o un'arma lunga e appuntita.

Il corpo è stato scoperto intorno alla mezzanotte nel parcheggio adiacente un supermercato in cui l'uomo era solito lasciare l'auto: un dettaglio che agli inquirenti non fa escludere alcuna pista. Inizialmente era stata avanzata anche l'ipotesi di un tentativo di rapina finito male, ma nulla sembra confermare che il 70enne, che con la famiglia gestisce un'oreficeria di Chiavari, avesse con se preziosi quando è tornato all'auto, e il portafogli rimasto intatto accanto al corpo è un ulteriore elemento che lascia pensare a un altro genere di delitto.

Vicino al clan di "Nitto" Santapaola, nel 2009 aveva investito in una gioielleria

A complicare ulteriormente lo scenario c'è il fatto che Pino - originario di Misterbianco, in Sicilia, ma da tempo residente nel Tigullio - fosse un ex collaboratore di giustizia: ai tempi della sua "militanza" era vicino alla cosca di Benedetto "Nitto" Santapaola, considerato uno dei più potenti boss di Cosa Nostra, ma stando a fonti investigative erano circa 10 anni che non aveva ormai più nulla a che fare con il mondo della criminalità organizzata.

Santapaola, Malpassotu e tangenti: chi era Orazio Pino

Nel 2009 era uscito dal programma di protezione, investendo in una nuova attività commerciale: la gioielleria Isola Preziosa, appunto, aperta nel caruggio di Chiavari, che fa capo a una società in cui rientrano anche le figlie e la moglie. Proprio alla luce del suo passato, qualche anno fa era stato oggetto di un'interdittiva antimafia da parte della prefettura di Genova, contro cui aveva fatto - perdendolo - anche ricorso al Tar.

Gli inquirenti non stanno comunque tralasciando alcuna pista: alla luce delle modalità con cui si presume sia stato commesso l'omicidio (all'apparenza un'imboscata da parte di qualcuno che conosceva la vittima, o quantomeno le sue abitudini), stanno indagando anche in ambito familiare, cercando di appurare se vi possano essere rancori o questioni irrisolte che potrebbero essere sfociate in un delitto.

Il precedente: accusa di furto, poi archiviata

Proprio all'attività di gioielleria e compro oro è legata l'ultima vicenda giudiziaria in cui Pino è rimasto coinvolto: nel marzo del 2018 era stato accusato dall'ex socia in affari di avere sottratto alcuni gioielli, accusa che aveva portato a un'indagine coordinata dal pubblico ministero Gabriella Marino, che ne aveva poi disposto l'archiviazione qualche mese dopo.

Il giallo dell'arma del delitto

Su cosa sia esattamente accaduto nel parcheggio di corso Dante sta ora indagando la Squadra Mobile, coordinata dal dirigente Marco Calì e dal pubblico ministero Silvia Saracino, che ha già disposto l'autopsia.

Dal primo, sommario esame effettuato sul corpo, trovato a terra a poca distanza dall'auto, è emerso un foro di piccole dimensioni sulla nuca per cui ancora non è possibile stabilire con certezza la causa. Nelle vicinanze non sono stati trovati bossoli, quindi non è escluso che a provocare il foro possa essere stata un'arma diversa da una pistola (massimo una calibro 22), come per esempio uno stiletto o un rompighiaccio.

Nel parcheggio sono in corso dalla nottata i rilievi della Scientifica, che sta raccogliendo e repertando ogni singola traccia e potenziale indizio: acquisiti alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza della zona (il parcheggio è adiacente a un supemercato), già ascolati sia le persone che fanno parte della cerchia familiare e amicale sia l'uomo che ha trovato il corpo e dato l'allarme. La salma è stata trasferita all'obitorio del San Martino in attesa dell'autopsia.

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