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Cronaca Chiavari

Depuratore in colmata, dieci motivi per rivedere il progetto

Il comitato cittadino, nato per contrastare il progetto, ha scritto al sindaco di Chiavari e a quello metropolitano per chiedere di riaprire il confronto e valutare alternative

Il comitato 'No depuratore in colmata' ha inviato due lettere aperte al sindaco metropolitano, Marco Bucci, e al sindaco di Chiavari, Federico Messuti, per chiedere lo stop al depuratore previsto nella colmata a mare di Chiavari.

"Abbiamo scritto a Bucci e Messuti per chiedere uno stop del progetto del depuratore in Colmata e ridiscutere il progetto a seguito del nostro documento di dieci punti sulle criticità tecniche dell'impianto”, spiega il presidente del comitato, Andrea Sanguineti.

"La nostra posizione è stata sostenuta pubblicamente da molte forze politiche e diverse associazioni civiche. Chiediamo che sia stoppato l'attuale progetto e aperta una discussione con i cittadini", conclude Sanguineti.

Le criticità tecniche dell'impianto secondo il comitato

Visto:

Il progetto presentato dalla società Iren per la realizzazione di un impianto di depurazione di acque reflue nell’area di Colmata a Chiavari con il collettamento dei liquami da 11 comuni del territorio.

Che la colmata di Chiavari rappresenta un’area strategica su cui è bene realizzare il miglior progetto per lo sviluppo della città.

Che questo progetto avrà ricadute importanti e cruciali sulla città per i prossimi decenni.

Evidenziamo:

  1. Che si è scelta una localizzazione sbagliata in un’area strategica per la città che dovrebbe essere utilizzata per funzioni pregiate;
  2. Che la localizzazione sulla riva del mare genererà extra costi dovuti ad una manutenzione onerosa eai probabili danneggiamenti futuri per le mareggiate, come già successo a Santa Margherita Ligure;
  3. Che manca un piano economico finanziario. Il progetto di oggi, rispetto a un costo preventivato di 80 mln per la localizzazione al Lido, prevede un costo finale che potrebbe superare i 200 mln di euro. Somma ingentissima che sarà a carico delle bollette e quindi di tutti noi;
  4. Che la tecnologia scelta da IREN, denominata “a membrane”, comporta costi di manutenzione ed energetici superiori ad altre tecnologie presenti sul mercato (fino al 200 – 300%), e indirettamente comporta un forte incremento delle emissioni di CO2, fino a 5 mln di kg anno. Vogliamo che sia spiegato ai Chiavaresi perché si è scelta questa tecnologia, e quali vantaggi, secondo IREN, offre rispetto alle altre;
  5. Che non esiste un programma dei lavori relativo a tutte le fasi del progetto del depuratore (completamento ingegneria, costruzione equipaggiamenti, opere civili, montaggio e messa in marcia), della realizzazione della protezione a mare e del parcheggio. Non è noto l’impatto che la realizzazione delle opere avrà sulla città;
  6. Che non è chiaro quale impatto ambientale avrà il collettamento delle tubature dei liquami dalle vallate. La fase 1 del progetto, alla quale si riferiscono tutti i documenti progettuali, non prevede il collettamento dalle valli. Per la fase 2 (collettamento dalle valli) non sono stati resi noti tempi e metodi. E quindi è incompleta la valutazione di impatto ambientale;
  7. Che l’area in cui è previsto il progetto interrato oggi è un terrapieno costituito da materiali dragati e di risulta accumulati negli anni passati per le opere di realizzazione dell’adiacente porto turistico. Siamo sicuri che non siano necessarie opere di bonifica?
  8. Che sono previsti molti miasmi odorigeni dall’impianto. È stato approfonditamente valutato che impatto ci sarà per la città in termini proprio di miasmi odorigeni?
  9. Che si parla di un guadagno di 400 posti auto, ma che l’attuale area di colmata, asfaltata e sterrata, cuba circa 1200 posti auto. In futuro ne sono previsti solamente 800 circa, con una perdita netta di 400 posti auto. E i parcheggi saranno gratuiti o a pagamento?
  10. Stante la scelta strategica di localizzazione sbagliata, gli enormi costi dell’opera, le tecnologie superate, la solo parziale valutazione di impatto ambientale, perché non valutare progetti alternativi che garantiscano minori costi, minore impatto ambientale, migliore efficienza e manutenzione?

Chiediamo:

  • Alla Città Metropolitana e all’Amministrazione del Comune di Chiavari, proprietario dell’area, che chiariscano tutti questi aspetti da noi evidenziati, e che intraprendano un adeguato percorso di confronto con i Chiavaresi e i cittadini delle vallate.
  • Ad Iren che valuti tutte le tecnologie oggi disponibili ed analizzi soluzioni alternative all’unico depuratore di vallata, al fine di ridurre l’impatto economico, energivoro, gestionale e ambientale dell’opera.
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