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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Chiavari

Furto da 250mila euro, zio e nipote finiscono in carcere

I due si spostavano su un furgone, su cui trasportavano uno scooter, che poi utilizzavano per individuare le vittime. La polizia li ha fermati in Versilia

Dalla Versilia, raggiungevano la Liguria per mettere a segno truffe e furti. Ma la polizia, che ha ribattezzato l'operazione 'Banda Bassotti', è riuscita a fermare zio e nipote, che sono finiti in carcere. Lo scorso 15 giugno i due erano stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per i reati di furto aggravato in concorso, contraffazione di sigilli e possesso di distintivi contraffatti, poi convalidato dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lucca.

Martedì 28 giugno i due, pluripregiudicati residenti nel torinese, ma di fatto senza fissa dimora, per gli stessi reati sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova.

Il fermo di polizia giudiziaria e l'emissione della successiva misura cautelare nascono a seguito di una minuziosa e serrata indagine iniziata a seguito di un furto commesso alla fine del mese di maggio in danno di una coppia di anziani chiavaresi.

I due malviventi hanno prima convinto con artifizi e inganno, millantando un problema legato ai lavori dell'acquedotto e vestiti uno come tecnico dell'acqua e l'altro come appartenente alle forze dell'ordine, i due novantenni a farli entrare in casa e poi li hanno derubati di oggetti preziosi. La minuziosa disamina delle registrazioni delle numerose telecamere installate nei comuni di Chiavari e Lavagna ha consentito agli inquirenti di ricostruire nel dettaglio tutti i movimenti dei due.

I soggetti sono arrivati a Lavagna a bordo del furgone intestato a un prestanome, all'interno del quale trasportavano un motoveicolo con targa clonata, a bordo del quale hanno effettuato una vera e propria 'caccia' all'anziano nel centro di Chiavari. La visione delle immagini ha evidenziato infatti che i due pluripregiudicati per ben due volte sono scesi dalla moto alla ricerca di possibili vittime e in un caso sono quasi riusciti ad agganciarne una, un'anziana che poi hanno lasciato andare perché si è fermata a conversare con una conoscente.

Dopo aver girato per circa mezz'ora i due arrestati hanno individuato la vittima perfetta mentre usciva per comperare il giornale, quindi si sono posizionati in attesa del suo rientro. Grazie alla loro scaltrezza i due uomini sono riusciti a entrare all'interno dell'appartamento delle vittime, il primo spacciandosi come tecnico dell'acquedotto inviato a controllare una perdita nel condominio, il secondo millantando di essere un appartenente alle forze dell'ordine indossando una pettorina con la scritta polizia locale e mostrando anche un distintivo fasullo.

Grazie a questo stratagemma e approfittando dell'età dei due coniugi ultranovantenni, i due ladri sono riusciti a impossessarsi di una borsa contenente preziosi per un valore complessivo pari a 250/270mila euro. La successiva attività investigativa ha consentito di stabilire che la base logistica da cui partiva e verso la quale tornava il furgone utilizzato dai due soggetti fosse collocata nella zona della Versilia.

Sulla scorta degli elementi raccolti, nella mattinata di mercoledì 15 giugno è stato effettuato un servizio di osservazione/appostamento nei pressi delle uscite dei caselli di Viareggio e Versilia, con l'ausilio di personale del commissariato di Viareggio e della polizia locale della stessa cittadina, servizio che ha consentito di intercettare il furgone con i due soggetti ricercati e dopo un breve inseguimento bloccarlo sull'Aurelia in direzione Marina di Pietrasanta.

A seguito della perquisizione del furgone sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre alla moto utilizzata sia in occasione del furto avvenuto a Chiavari, sia in occasione di altri reati commessi in Liguria e Toscana, una serie di strumenti e oggetti utilizzati per commettere reati di tipo predatorio. In particolare trasmittenti e scanner sintonizzati sui canali delle forze dell'ordine, un 'jammer' (apparato elettronico che può disturbale le trasmissioni radio, gsm e gps), vari strumenti professionali atti allo scasso, pettorine con la scritta 'polizia locale', tesserini della polizia locale con distintivi contraffatti, falsi tesserini di appartenenti alle Asl e di ispettore dell'acquedotto, perfette riproduzioni di targhe clonate, bombolette spray al peperoncino, materiale che assieme alla meticolosità degli accorgimenti/precauzioni adottati dai due uomini ne evidenzia la caratura criminale e la perfetta organizzazione delinquenziale.

Gli agenti del commissariato di Chiavari stanno tuttora collaborando con diversi uffici investigativi liguri e toscani, che stanno indagando su una lunga serie di reati che i due uomini, poi rivelatisi essere zio e nipote, avrebbero perpetrato sempre con la stessa tecnica nell'arco degli ultimi mesi nelle due regioni.

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