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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Albaro / Via Felice Cavallotti

Champagnat, una torta per Papa Bergoglio

Una mossa a sorpresa di due 'ambasciatrici' degli 'Orfani dello Champagnat' ha aperto qualche spiraglio, mentre la trattativa fra Maristi e sindacati si è interrotta e 21 dipendenti si trovano dall'1 giugno senza lavoro

Sono ore concitate per la vertenza Champagnat. Il gruppo facebook degli 'Orfani' ha superato i tremila membri: in molti nelle ultime ore hanno postato ricordi del centro sportivo dove le espressioni 'seconda casa', 'grande famiglia' e 'pezzo di storia' sono le più ricorrenti.

Da ieri cancelli chiusi in via Cavallotti, il 31 maggio è stato l'ultimo giorno dello Champagnat così come lo abbiamo sempre conosciuto. Per il futuro sono circolate le voci di nuoovi gestori, Virgin e Conad, ma le certezze sono ancora poche o nulle. Anche per i 21 dipendenti, che si sono fatti in quattro per cercare di tenere in vita una struttura, che fa parte della storia dello sport a Genova.

Ieri è stata una giornata importante su più fronti: da una parte Maristi e sindacati non hanno trovato l'accordo, dall'altra una mossa a sorpresa di due 'ambasciatrici' degli 'Orfani dello Champagnat' ha aperto qualche spiraglio. Che cosa è successo lo lasciamo raccontare a Tiziana, una delle due protagoniste.

Concetta Giangreco e Tiziana D'Amico, sfidando procedure, barriere e protocolli ufficiali, sono andate a San Pietro oggi (ieri ndr.) nella veste di “ambasciatrici” del CCS Champagnat. A nulla sono serviti i tentativi delle Guardie Svizzere, della Polizia Italiana, degli Alpini, della Gendarmeria Vaticana: loro, come se si trattasse della cosa più normale del mondo, si sono presentate alle ore 15 all'ingresso di Casa Santa Marta con una torta per Papa Bergoglio.

Il dolce, acquistato in una delle migliori pasticcerie di Roma, è stata una delle loro armi vincenti per sfiancare la complessa macchina della sicurezza e della burocrazia vaticana. «Ci spiace, noi non possiamo aspettare e non possiamo seguire il protocollo: da oggi i nostri amici sono senza lavoro, i bambini non fanno più lezione, i nostri disabili sono privati delle loro terapie e a noi… si rovina la torta, abbiamo fretta».

Ad ogni sguardo sgomento e incredulo le due intrepide incalzavano: «abbiamo urgenza di parlare col Papa, abbiamo bisogno del suo aiuto immediato, per noi, per i nostri 3.150 amici, per Genova che ha già tanti problemi e pure per i Fratelli Maristi, perché purtroppo non si rendono conto di quello che stanno facendo. In fondo sono uomini come tutti».

Ed è stato così che tra un sorriso, uno sguardo innocente e tanta perseveranza, Concetta e Tiziana l'hanno spuntata e dopo tre ore trascorse a sfinire la divisa e la tonaca di turno, hanno provocato l'intervento del Capo della Gendarmeria Vaticana, cosa che ha indotto le Guardie Svizzere a pensare che la situazione stesse volgendo al peggio (pare che quando si fa vedere lui, significa che i guai in vista sono seri).

Invece no, tutto è andato per il meglio. Le due signore l'hanno spuntata e la richiesta di incontro urgente è stata recapitata al Papa insieme ad una spettacolare crostata con crema e frutti di bosco: ora non ci resta che attendere, con la speranza che Papa Bergoglio si faccia indurre in tentazione dalla dolcezza, dal coraggio e da quel pizzico di follia che ha armato le due eccentriche “diplomatiche”.

Se da una parte dunque ci si affida a un aiuto 'dall'Alto', dall'altra ieri si è interrotta la trattativa fra le organizzazioni sindacali e la proprietà del Centro Culturale Sportivo Champagnat, non essendoci stato alcun avvicinamento fra le parti e restando ferma l'intenzione dei Fratelli Maristi di licenziare 21 lavoratori. Le parti saranno adesso convocate dalla Direzione Proviciale del Lavoro per il mancato accordo.

«Resta comunque difficile - scrive il portavoce dei dipendenti - interpretare la ferma intenzione che i Fratelli Maristi continuano a cavalcare in presenza di diverse offerte per la gestione del Centro che, a differenza di quella da loro prescelta, darebbero continuità al lavoro dei 21 dipendenti».

Insomma, forse non è ancora del tutto finita, ma da ieri in molti fanno fatica a passare in via Cavallotti, davanti a quel cancello chiuso.

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