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Cronaca Centro Storico / Via di Prè

Centro storico, la protesta del rumore e l'esasperazione dei residenti: «Il sindaco ci ascolti»

Lunedì alle 20 gli abitanti della città vecchia si affacciano alle finestre per "fare casino" e protestare contro spaccio e degrado. In via Pré la situazione più difficile: «Siamo stremati»

Una ragazza sdraiata a terra, sanguinante, in un vicolo: è la scena, tristemente familiare, che si è presentata qualche giorno fa ai residenti di via Pré, zona che nelle ultime settimane è diventata ancora più invivibile di quanto già non fosse.

«Io vivo in via Prè da 9 anni, e sono perfettamente consapevole della complessità della zona - conferma Elisabetta, una delle persone che hanno chiamato la polizia vedendo la giovane a terra, colpita da un pusher con un pugno durante una trattativa per una dose - Però nell’ultimo periodo, dopo il lockdown, qualcosa è cambiato. La percezione di sicurezza si è abbassata. Prima gli spacciatori sapevano bene di non dovermi importunare, sapevano di non provare a offrirmi niente, e io non avevo problemi a uscire di casa. Adesso non mi sento neppure io più sicura».

La voce di Elisabetta è soltanto una delle tante che nelle ultime settimane si sono alzate per chiedere aiuto. Sopratutto alle istituzioni, al sindaco Marco Bucci in primis, che lo scorso 9 luglio ha incontrato le associazioni di quartiere e i comitati per discutere delle problematiche del centro storico. Il confronto si è tenuto ai Giardini Luzzati alla presenza dell’assessore comunale alla Sicurezza, Stefano Garassino, e del presidente di Municipio, Andrea Carratù. Un “tavolo pubblico “ - interrotto a un certo punto per una contestazione proprio al sindaco e all’assessore -  cui l’associazione culturale “La coscienza di Zena”, nata nel 2004 proprio per puntare un faro sulle problematiche del centro storico, Pré in particolare, ha scelto di non partecipare. Volutamente.

«Abbiamo più volte chiesto un incontro privato al sindaco, inviando anche una lettera che non ha ricevuto risposta - spiega Ornella Cocorocchio, presidentessa dell’associazione e residente da anni in via Pré - Non abbiamo ritenuto opportuno partecipare all’incontro ai Luzzati perché riteniamo che Pré sia una zona a parte, una sorta di isola staccata dal centro storico, con problemi specifici che vanno affrontati a parte. E che sono peggiorati nettamente dopo il lockdown».

La situazione è confermata da Elisabetta, che riferisce di una comune sensazione di scarsa sicurezza che riguarda soprattutto una porzione ridotta di via Pré , quella dei i civici nei pressi di vico Largo e  vico dell’Amore: «Qui è andato tutto fuori controllo - spiega - È diventato un punto di ritrovo non solo per i pusher, che già c’erano, ma per tossici, ubriachi, senza fissa dimora: capannelli di persone che si riuniscono ogni sera, in barba al distanziamento sociale, e che urlano, si accapigliano, si picchiano. Una sera mi sono affacciata e ho visto un uomo circondato da una decina di altre persone che lo stavano picchiando. Ho chiamato il 112, ma nel giro di pochi minuti si erano già dispersi nei vicoli. Chi deve passare da quel punto deve farsi largo tra una ressa di persone, a gomitate, lo spaccio avviene a ogni ora del giorno e della notte. Alcune persone hanno assunto un atteggiamento più minaccioso anche per la mascherina che nasconde il volto. Si ha la sensazione che tutto sia lecito. Siamo stremati, la situazione si protrae da anni, ma a questi livelli mai era arrivata».

Ed è proprio l’esasperazione che ha spinto il Comitato di Quartiere di via del Campo a organizzare per lunedì sera alle 20 una protesta “rumorosa” cui hanno aderito moltissimo residenti del centro storico. L’invito è ad affacciarsi alle finestre e “fare casino”, con urla, fischietti, pentole, coperchi e ogni altro oggetto in grado di fare rumore: un tentativo di farsi sentire, a qualsiasi costo, e attirare l’attenzione su una situazione che ormai sembra definitiva. Ma «il fatto che sia sempre stato così - sorride amara Elisabetta - Non significa che debba restare così per sempre».

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