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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

«Adesso basta»: la protesta del centro storico arriva a Tursi

Martedì, in occasione del consiglio comunale, i residenti della città vecchia manifestano davanti al Comune per protestare contro «l’assenza delle istituzioni»

L'ultimo episodio preoccupante sabato sera in via del Campo: un'auto della polizia accerchiata da un gruppo di persone, intorno alle 20.30, dopo un controllo su un cittadino di origini nigeriane che ha opposto resistenza. Nel giro di pochi minuti lo stretto vicolo si è riempito di persone che hanno fatto muro intorno all'uomo, con alcuni agenti della Locale e i poliziotti del commissariato Pré a gestire la situazione.

Soltanto uno spaccato dello scenario con cui fanno i conti, ogni giorno, i residenti del centro storico, in particolare quelli di Pré e della Maddalena, che esasperati da una situazione che l'emergenza coronavirus ha soltanto esacerbato hanno deciso di scende in piazza e protestare direttamente con le istituzioni. L'appuntamento è per martedì 17 novembre, per una manifestazione organizzata dall'associazione Amici della Maddalena davanti a Palazzo Tursi, sede del Comune e, martedì, sede del consiglio comunale.

«La situazione in centro storico peggiora ogni giorno - spiegano gli organizzatori del presidio, che nei giorni scorsi avevano anche protestato contro l'apertura di una sala scommesse in via della Maddalena - Le problematiche già presenti sui nostri territori in questi ultimi anni sono state evidenziate dalla pandemia e dai progressivi lockdown. Territori abbandonati dalle istituzioni, nessun progetto e nessun confronto con i cittadini, solo una politica fatta di slogan e di passerelle Tutto quello che era stato costruito negli anni passati è stato cancellato: il Teatro Altrove è chiuso da tre anni, i Servizi sociali di Piazza Posta vecchia sono stati spostati in Circonvallazione, l’asilo nido Vico Rosa è circondato da attività illecite, il aboratorio sociale di vico Papa utilizzato da tantissime associazioni è chiuso, Palazzo Senarega scollegato dal quartiere e mai messo in connessione come prevedeva il progetto di riqualificazione, i beni confiscati ai Canfarotta ancora chiusi».

Un triste elenco di criticità, spiegano da Ama, che identificano il centro storico e la Maddalena come «un quartiere dove vale tutto: sfruttamento della prostituzione, spaccio, alcool venduto a basso costo che genera comportamenti molesti - è lo sfogo di Ama - adesso arrivano anche le sale scommesse per un quartiere lunapark del consumo in una fase storica in cui le fragilità sociali sono amplificate e così chi affonda sempre di più sono i cittadini, i commercianti che resistono, gli abitanti che senza via di scampo decidono di andarsene, le persone fragili senza sostegno e progetti sociali di riscatto».

Alla protesta si sono già unite diverse altre associazioni e reti del centro storico, decise a fare fronte comune contro una situazione sempre più difficile. Soprattutto con il lockdown della primavera e con la seconda ondata di coronavirus, che ha portato proprio il centro storico sotto i riflettori a causa di un cluster che ha fatto impennare i contagi a Genova, con relative ordinanze dedicate. I titolari di attività commerciali hanno parlato più volte del rischio ghettizzazione, i ristoratori hanno puntato il dito contro una diminuzione del senso di sicurezza derivante dalla chiusura dei locali aperti al pubblico, i residenti hanno segnalato episodi di violazioni delle norme anticovid. E le forze dell'ordine sono intervenute, proprio sulla base di segnalazioni che si fanno, però, sempre più frequenti e sempre più difficili da gestire.

«Ci vediamo alle 15 davanti a Palazzo Tursi - concludono le associazioni - Distanziati, indossando le mascherine, rispettando le regole.
Tapperemo le nostre bocche ma non spegneremo la nostra voce».

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