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Cronaca Centro Storico / Piazza delle Erbe

Movida nel centro storico, i commercianti depositano il ricorso al Tar

Come promesso, Confesercenti e Ascom hanno raccolto le firme necessarie per rivolgersi formalmente al Tribunale Amministrativo Regionale e protestare contro il provvedimento emesso da Tursi

Prima le proteste, poi la raccolta firme, infine il deposito del ricorso al Tar: i commercianti del centro storico l’avevano promesso, e oggi si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale per protestare contro una delle due ordinanze emesse dalla giunta Doria per regolarizzare la movida nel cuore pulsante della città, che hanno costretto moltissimi esercizi commerciali a chiudere in anticipo le saracinesche per rispettarla. Con conseguenze negative, denunciano, sulla clientela e il giro d’affari.

A farsi portavoce delle proteste sono state Fiepet Confesercenti e Fepag Ascom, che stamattina hanno depositato il ricorso in cui puntano il dito in particolare contro l’obbligo di chiusura anticipata applicato «senza fare distinzione tra i tanti che rispettato le regole in materia di vendita e somministrazione di bevande», e ritenuto «troppo penalizzante» per i titolari dei locali del centro storico.

«Quello che abbiamo sempre chiesto sono controlli, seri, da parte delle forze dell'ordine, tali da identificare e punire i trasgressori e quelli soltanto - ribadiscono le due associazioni in una nota congiunta - Il Comune ha invece messo tutti sullo stesso piano, provocando un danno economico ingente ai tanti esercizi onesti che si sono visti costretti a rinunciare a preziose ore di lavoro».

Le ordinanze, una riguardate il centro storico e una Sampierdarena, impongono la chiusura di pub, ristoranti, pizzerie e bar alle due nel weekend - venerdì e sabato  - e nei prefestivi, e all’una tutti gli altri giorni, anche se l'ipotesi, alla luce del polverone, è che l'orario lungo venga unificato a tutti i giorni della settimana. Di certo il provvedimento sembra sia stato apprezzato dai comitati dei residenti della zona, che durante un incontro con il sindaco si sono detti “parzialmente soddisfatti” delle conseguenze che ha provocato su rumore e degrado. Ma da parte dei commercianti, che lo ritengono, oltre che un vero e proprio coprifuoco, anche illegittimo, perché in contrapposizione con la norma sulla libera concorrenza tra imprese, l'opposizione è netta: «Il commercio è inoltre un tema di pertinenza delle Regioni, mentre la concorrenza è di esclusiva competenza dello Stato - concludono Fiepet e Fepag- In nessun caso, quindi, tocca ai Comuni intervenire su questi argomenti».

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