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Centrale del Latte: dopo sedici mesi ancora nessuna certezza

Tiene banco in Consiglio Comunale la situazione degli ex lavoratori della Centrale del Latte, in cassa integrazione dallo scorso 5 ottobre 2012, giorno della chiusura dello stabilimento. Da lì mesi di doloroso silenzio

Un silenzio lungo 16 mesi. Un silenzio fatto di promesse mai mantenute, progetti mai realmente partiti, manifestazioni mai realmente ascoltate. Questo è il dramma che stanno vivendo gli ex lavoratori della Centrale del Latte, chiusa il 5 ottobre 2012, proprio nel giorno del suo 75esimo compleanno.

Sull'argomento si è tornato a discutere in Consiglio Comunale con un'interrogazione presentata da Paolo Putti (M5S) in merito all’attuale situazione dei lavoratori.

«Sappiamo per averlo letto sui giornali che c’è un percorso in atto tra industriali afferenti a Confindustria e Lactalis per la realizzazione di un’attività di tipo industriale, e non commerciale come si era detto, per l’area. Preoccupazione per i lavoratori alla scadenza del secondo anno di cassa integrazione e per le vicende legate a una multinazionale che acquisisce le risorse e le porta via».

Centrale del latte, lavoratori in piazza contro la chiusura

Risponde il sindaco Marco Doria «Un commento non da amministratore sull’ultima affermazione. Dopo il crollo di Parmalat c’è stato l’intervento di Lactalis. Il piano industriale, da noi contestato, prevedeva la chiusura del sito, senza rispetto per la storia e per il marchio “Latte Oro”, così caro alla città. Il Comune ha contestato l’ipotesi di passaggio dell’area a uso commerciale, nonostante la promessa di assunzione dei lavoratori. L’apertura di attività commerciali ha un impatto bivalente: crea occupazione da una parte, ma dall’altra la riduce perché riduce ulteriormente la capacità di spesa dei lavoratori. Soggetti privati, con il coordinamento di Confindustria Genova, hanno formulato una proposta di acquisto dell’area per porvi attività industriali, con la possibilità di assunzione di parte dei lavoratori in cassa integrazione. La proposta è seria e considerata interessante dal gruppo Parmalat. È un’interlocuzione tra soggetti privati, che il Comune segue con attenzione pur non conoscendone nel dettaglio i contenuti».

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