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Cronaca

Catcalling e molestie, la proposta del centro antiviolenza: «Formazione specifica per personale Amt»

La proposta del centro per aiutare il personale che viaggia sui bus a gestire episodi come quello denunciato da Benedetta Castellaro in una lettera aperta

Il catcalling è violenza, e non va mai confuso con apprezzamenti o complimenti né giustificato come tale: il messaggio rimbalza ormai da giorni non solo a livello nazionale ma anche locale, soprattutto dopo che una ragazza genovese si è fatta portavoce di un “movimento” che vuole unire tutte le donne che sono state vittima di catcalling e molestie.

A firmare una lettera arrivata sino alle istituzioni - al sindaco Bucci e al presidente della Regione, Giovanni Toti - è stata Benedetta Castellaro, che ha raccontato la storia dell’amica Kimberly, molestata su un autobus da un uomo che si è abbassato i pantaloni masturbandosi davanti a lei. E proprio alla luce dell’episodio riferito (e di altri riportati da altre ragazze), il Centro Udi - Per Non Subire Violenza ha annunciato l’intenzione di contattare Amt per dare la disponibilità a organizzare degli incontri di formazione per il personale.

Catcalling, cos'è

«Le avvocate del nostro centro riferiscono che il termine catcalling è usato per descrivere una molestia verbale che una donna riceve per strada da sconosciuti. In Italia il catcalling non è reato - spiegano da Udi - ma alcuni comportamenti possono integrare il reato di molestia punito dall’art. 660 del codice penale. Resta comunque una risposta punitiva troppo debole, e vista la grande diffusione del fenomeno, sarebbe opportuno un intervento del legislatore per rendere reato il catcalling».

«Non si tratta di complimenti di cui dovremmo essere lusingate, ma si tratta di violenza che come tale può, anzi deve, essere denunciata - prosegue la presidente di Udi, Elisa Pescio - Il nostro obiettivo è quello di continuare a formare i soggetti della rete anti-violenza che collaborano con il centro, tra cui le forze dell’ordine, gli ospedali, i tribunali. Abbiamo realizzato una rubrica in diretta sulla nostra pagina Facebook, interventi e webinair che organizziamo con relatori ed esperti che mettono a disposizione le loro competenze per aiutarci e agevolare quel cambiamento culturale fondamentale per interrompere il comportamento violento nella nostra società. È necessario che tutti noi, uomini e donne, siamo alleati per cambiare una mentalità che a volte è complice ma più spesso è indifferente alla discriminazione e alla violenza contro le donne».

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