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Cronaca Prà

Cassoni e porto, i comitati del ponente tornano a chiedere un'assemblea: "Rispettate la parola data"

La decisione di indire un'assemblea è stata concordata il 25 marzo 2023, dopo il corteo, e da svolgersi entro 10 giorni. I comitati tornano a chiederne la convocazione

A quattro giorni dalla manifestazione che sabato ha portato in piazza circa cinquemila persone contro i cassoni a Pra' e l'ipotesi espansione porto a ponente, i comitati del territorio uniti tornano a chiedere la convocazione di un'assemblea pubblica. Quest'ultimo punto era stato concordato proprio in seguito al corteo, durante un incontro nella sede del Municipio Ponente di Pegli con il presidente Barbazza e il vicesindaco Pietro Piciocchi. La richiesta di un incontro pubblico è indirizzata al municipio: la decisione di convocare l'assemblea è stata concordata il 25 marzo 2023 e da svolgersi entro 10 giorni secondo quanto pattuito. Il coordinamento dei Comitati del Ponente Uniti torna a chiederne notizie per poter avvisare in tempo i cittadini.

Nel frattempo, in consiglio comunale, ieri diversi consiglieri comunali di opposizione (Pd, M5s, Genova Civica, Lista Rossoverde, Uniti per la Costituzione) hanno mostrato cartelli di protesta - con su scritto "No cassoni, no servitù" - in segno di solidarietà con i cittadini scesi in piazza sabato.

Se la produzione dei cassoni a Genova pare ormai cosa certa, i comitati "chiedono pertanto che siano effettivamente considerati siti alternativi per collocare la fabbrica dei cassoni in un luogo più idoneo di quello attualmente indicato che presenta, nel raggio di un chilometro, tre istituti scolastici, un presidio medico e strutture sportive, risultando dunque non adatto a garantire la tutela della salute dei cittadini, come previsto dalla Costituzione Italiana". Tutto ciò anche se le associazioni del territorio continuano a ribadire la contrarietà alla fabbrica di cassoni e a chiedere conto di alcune affermazioni di sindaco e vice a loro giudizio contraddittorie risalenti ai giorni scorsi, facendosi portavoce delle migliaia di cittadini che hanno partecipato alla manifestazione. In più, proseguono a chiedere spiegazioni in merito agli "inquietanti movimenti che stanno avvenendo in area 'dentino' senza ottenere risposte soddisfacenti".

I comitati: "I cittadini siano parte attiva nelle decisioni che riguardano le loro vite"

I comitati chiedono risposte chiare e un vero confronto franco e trasparente in cui essere messi a conoscenza non solo delle decisioni già prese, ma anche delle eventuali prospettive di cambiamento e ipotesi, prima che queste diventino provvedimenti esecutivi: "I cittadini devono essere parte attiva nelle decisioni che riguardano le loro vite, così è sancito dal Comune stesso che fa vanto sul proprio sito istituzionale di coinvolgerli in percorsi partecipativi".

Cinquemila persone lo hanno chiesto sabato: i comitati, come portavoce dei cittadini coinvolti, chiedono che venga convocata dal municipio, a strettissimo giro, un'assemblea pubblica alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte per un confronto sui temi sollevati dalla cittadinanza.

Sansa: "A levante il salotto buono, a ponente cassoni e ampliamento porto"

Sulla questione in giornata è tornato anche il consigliere regionale Ferruccio Sansa: "Abito a levante. Sabato mattina, però, ero in corteo con la gente di ponente a Pra'. Il punto è che la giunta Bucci ha diviso in due la città: a levante il salotto buono con i condomini di lusso, i canali, i giardini e le piste ciclabili. A ponente invece la Valpolcevera con i treni che passeranno accanto alle case, Sampierdarena con i depositi chimici, Pra' con i cassoni e ora perfino Voltri con l'ampliamento del porto. Mi sembra la solita logica: aggiungere i problemi dove ce ne sono già perché intanto la gente è stanca e rassegnata. E non protesta. Ma stavolta Bucci e compagnia hanno sbagliato di grosso i calcoli. Più di 5mila persone sono scese in piazza. Togliere a chi ha meno, dare a chi ha già di più, ecco il piano del sindaco. Non è giusto oggi. Ma ancora di più è ingiusto pensando al passato, al tributo enorme in termini di inquinamento, sanità, servizi, qualità della vita che la gente del ponente ha pagato. In Valpolcevera si vive quattro anni meno che ad Albaro".

Sansa ripercorre la storia del ponente: "Ma non è giusto soprattutto perché il ponente, con le industrie, i cantieri e il lavoro, ha costruito la Genova di oggi. Non è giusto, infine, perché il ponente ha contribuito in modo decisivo all'identità di Genova: quella solidarietà che non lascia indietro gli ultimi, quel senso di giustizia e di uguaglianza che è parte della nostra anima viene molto dal ponente operaio del Dopoguerra. Genova è nata intorno a questo".

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