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Cronaca

Cartelloni contro la pillola abortiva, presidio a Tursi. Le ostetriche scrivono a Bucci: «Fuori luogo»

Anche l'Ordine delle Ostetriche di Genova e La Spezia prende posizione contro i manifesti di ProVita, condannando quella che ha definito «una presa di posizione» del Comune. Non una di meno prosegue con le manifestazioni di protesta

“Il vero veleno è l’obiezione, sul mio corpo decido io”: è il testo dello striscione che le attiviste di Non una di meno hanno appeso sopra il manifesto affisso in corso Saffi da ProVita, un cartellone in cui si fa riferimento alla pillola abortiva RU 486 come a “veleno”.

Dopo la manifestazione che si è tenuta sabato proprio davanti al cartellone, le attiviste si sono fatte portavoce dello sdegno espresso (tanto per citarne alcuni) da numerose associazioni per i diritti della donna, dei centri anti violenza, dell'Anpie anche dall’opposizione del sindaco Marco Bucci, chiedendo la rimozione immediata dei cartelloni e organizzando per martedì un presidio davanti a Palazzo Tursi, in occasione del consiglio comunale. 

«Come già a Milano, Bergamo, Trento e molte altre città italiane esigiamo tutte e tutti la rimozione, anche a Genova, dei manifesti Prolife che diffondono una menzogna riguardo la pillola RU486 per l'aborto farmacologico», è la richiesta di Non una di meno «Sono dalla parte delle donne dicono - hanno aggiunto - Donne come Valentina, la donna trentenne incinta di due gemelli lasciata morire per sepsi perché i medici erano tutti obbiettori, con un gemello morto in pancia si sono rifiutati di praticare un aborto salva vita e sono morti in tre, lei è i suoi due gemellini. Oppure donne come le nostre nonne che per praticare un aborto rischiavano la vita in mano a macellai».

«Chi può ergersi cosi in alto da decidere sul corpo di un altra persona? Chi può credersi così al di sopra della legge da infrangerla. Perché la 194 è legge, e quando non viene fatta rispettare le donne muoiono in modi orribili - proseguono - Non siamo sciocche Biancaneve, siamo istruite, libere, cittadine, elettrici, non abbiamo bisogno di pastori, sappiamo scegliere nei limiti della legge ciò che è meglio per noi».

I manifesti di ProVita avevano fatto la loro comparsa la settimana scorsa in diverse città italiane. E se a Milano, a Bergamo e a Trento i sindaci Sala, Gori  e Ianaselli li hanno fatti rimuovere, a Genova la giunta comunale ha replicato alla richiesta di rimozione facendo riferimento a quella che hanno definito “censura”. 

Manifesti ProVita, le ostetriche scrivono a Bucci: «Fuori luogo che il Comune veicoli informazioni false»

Sulla questione manifesti è intervenuto anche l’Ordine delle Ostetriche di Genova e La Spezia, con una lettera indirizzata al sindaco Marco Bucci in cui si chiedere di «non prestarsi a campagne di disinformazione e di attivarsi con impegno nel promuovere programmi finalizzati alla prevenzione dell’interruzione della gravidanza e non alla sua gretta ed inutile demonizzazione».

«In questo momento storico, in cui tutte le istituzioni pubbliche dovrebbero essere unite nel creare fiducia sulle certificazioni scientifiche di farmaci di cui siamo ora in trepidante attesa per la lotta alla pandemia da Covid-19 - sottolineano le ostetriche - troviamo assolutamente fuori luogo che il Comune di Genova si sia prestato a veicolare false informazioni su farmaci regolarmente approvati dalle agenzie governative, scientifiche e sanitarie competenti,sia italiane che europe».

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