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Cronaca

Droga in carcere, era nascosta nei peperoni

Tentativo sventato da un agente della penitenziaria. Il sindacato: “L’attività di controllo penitenziario deve essere supportata da un specifico nucleo antidroga o 'anti antintrusione' presente in ogni istituto”

La droga era nascosta dentro ai peperoni. 

É stato un poliziotto penitenziario, addetto al controllo pacchi dei detenuti, a scoprirla evitando così che in carcere entrasse un’importante quantità di stupefacente.  

"Singolare è la strategia adottata dalla donna corriere della droga - commenta il Sappe - che ha occultato la sostanza in alcuni peperoni, il che è sintomo della continua ricerca di strategie per aggirare i controlli della penitenziaria".

"Ovviamente l’abilità unita all’esperienza del poliziotto penitenziario è abbastanza raffinata -  afferma Lorenzo del Sappe - ma da sola non basta, è indispensabile dotare la polizia penitenziaria di maggiori strumenti tecnologici e di un organico sufficientemente potenziato per implementare i controlli sui familiari dei detenuti che accedono per i colloqui".

Dalla cassetta di peperoni sono stati sequestrati 50 grammi di stupefacente e i controlli si sono allargati all'appartamento della “donna corriere” dove la penitenziaria ha rinvenuto altra sostanza in quello che agli agenti è parso come un probabile centro di smistamento. Il tutto ora è al vaglio degli inquirenti.

"Non è la prima volta - afferma il segretario regionale Sappe Michele Lorenzo - che nelle carceri liguri vengono rinvenute sostanze ed oggetti non consentiti, come i telefonini utilizzati dai detenuti per comunicare con l’esterno, per questo chiediamo una maggiore attenzione e potenziamento del settore sicurezza carceri, oggi l’argomento sicurezza si sta allontanando dalla politica gestionale dei penitenziari. Ne è testimone la limitazione delle perquisizioni all’interno delle celle, effettuate non più in maniera preventiva ma bisogna munirsi di innumerevoli permessi prima di esercitare questa delicata ed importante operazione di servizio, vanificando di fatto anche l’effetto sorpresa".

Per il sindacato: "Il ministro della Giustizia ed il nuovo capo del Dipartimento devono rivedere l’assetto organizzativo e le competenza della poliza penitenziaria, l’attività di controllo penitenziario deve essere supportata da un specifico nucleo antidroga o 'anti antintrusione' presente in ogni istituto".

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