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Cronaca

Marco Cappato e Mina Welby assolti per la morte di Davide Trentini

I due erano accusati di aiuto al suicidio nei confronti del 53enne, residente a Massa

Sono state confermate in appello a Genova le assoluzioni per Marco Cappato e Mina Welby nel processo per la morte di Davide Trentini, malato di sclerosi multipla dal 1993 e deceduto nel 2017 in una clinica Svizzera dove aveva chiesto di accedere alle procedure per la morte assistita.

I due, tesoriere e co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, erano accusati di aiuto al suicidio nei confronti del 53enne. La sentenza dei giudici della corte d'Appello conferma quanto già deciso in primo grado; la procura generale già in mattinata aveva chiesto la conferma dell'assoluzione per entrambi.

«L'assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby oggi nel processo di appello a Genova per la vicenda Trentini è un'altra vittoria di civiltà dopo quella di ieri che ha assolto Walter De Benedetto dall'accusa di coltivazione di sostenza stupefacente». Lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani.

«Temi tradizionalmente radicali come la legalizzazione della cannabis e dell'eutanasia per ora si affrontano solo nei tribunali, che pure rispondono assolvendo, mentre il Parlamento continua a rimanere in silenzio. Quindici anni fa l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano disse a Piergiorgio Welby che in materia di fine vita 'l'unico atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio' - proseguono i Radicali -. Nel 2013 abbiamo raccolto insieme all'Associazione Luca Coscioni 70mila firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare 'EutanasiaLegale'. Ci sono state poi le storie, le lotte, tra cui quella di Davide Trentini, di dj Fabo, dei loro famigliari e delle migliaia di persone che chiedono solo il diritto di morire con dignità».

«Ci sono state le disobbedienze civili di Mina Welby e di Marco Cappato, le sentenze monito della Corte costituzionale. Eppure, ancora, dal Parlamento nessuna risposta. Proprio per sconfiggere questo immobilismo qualche giorno fa abbiamo depositato in Corte di Cassazione insieme all'Associazione Coscioni un quesito referendario per rendere l'eutanasia legale nel nostro Paese. A luglio cominceremo a raccogliere le 500mila firme necessarie consci che sarà un'impresa difficilissima e gigantesca ma l'esito processuale di oggi non fa che confermare la nostra convinzione: quella di immaginare insieme un futuro di libertà e dignità, fino alla fine», concludono i Radicali.

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