Carenze igieniche e alimenti mal conservati, chiuso ristorante a Santa Margherita

Amarcord. Questo il nome di una vasta operazione della Guardia Costiera della Liguria volta a vigilare su tutta la filiera della pesca, realizzata impiegando circa ottanta uomini e donne nei controlli a mare e a terra nelle acque e lungo le coste della nostra regione, presso punti vendita del territorio regionale, nonché ristoranti ed esercizi commerciali della grande distribuzione di Liguria, Piemonte e Lombardia.

Un'operazione che ha portato al sequestro di prodotti ittici per circa 700 chilogrammi e a 110mila euro di sanzioni inflitte per situazioni non a norma. Oltre a tre pescatori sportivi spezzini sorpresi a pescare con attrezzi non consentiti, quali le reti da posta sequestrate dalla Capitaneria di porto di La Spezia, che ha comminato ai tre anche una sanzione amministrativa di 1.000 euro cadauno, gli episodi più eclatanti si sono registrati in varie città della nostra regione, ma anche a Torino e a Milano.

Uno dei più eclatanti si è registrato invece a Santa Margherita Ligure dove, in un ristorante cinese, i controlli congiunti con personale dell’Asl 4 Chiavarese hanno permesso di accertare oltre alla presenza di prodotti ittici privi di tracciabilità, anche gravi carenze igienico-sanitarie e gradi difformità a livello strutturale, tanto da comportare la completa chiusura del locale, con apposito provvedimento della medesima Asl.

A Genova e provincia, su sette esercizi commerciali alimentari etnici controllati, ben cinque sono stati sanzionati per la totale assenza di tracciabilità ed etichettatura di talune confezioni di prodotti ittici in vendita. Stessa sorte è toccata anche ad un negozio di alimentari italiano. Risultato: quasi 200 Kg di prodotto sequestrato ed oltre 21.000 euro di sanzioni inflitte.

Situazioni simili sono state rilevate anche a Milano e provincia dove a cinque delle sei attività di ristorazione etnica controllate sono state inflitte sanzioni per difetto di tracciabilità. Sorte più grave è invece toccata ad un ristoratore italiano, che è stato denunciato per frode in commercio in quanto somministrava prodotto decongelato senza darne indicazione nel menù, così come pure ad un deposito dove sono state rinvenute e sequestrate alcune partite di “molva”, pesce simile al merluzzo, ma meno pregiato, etichettato come merluzzo nordico. Nel complesso l’operazione a Milano e provincia ha portato al sequestro di oltre 210 kg di prodotto ittico e oltre 42.000 euro di sanzioni.

Altro caso eclatante a Torino dove in un ristorante sono stati rinvenuti diversi filetti di “Tonno pinne gialle” decongelati, il cui stato ha indotto i veterinari dell’As torinese a prelevare dei campioni, inviandoli all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, ove a seguito di successivi esami analitici è stata riscontrata la presenza di “istamina”, una molecola organica alla base della cosiddetta sindrome sgombroide dell’uomo, con conseguente deferimento del titolare alla competente Autorità giudiziaria.

«I risultati dell’operazione Amarcord - ha dichiaratoo l’Ammiraglio Pettorino, Comandante regionale della Guardia Costiera ligure - dimostrano come, al di là delle polemiche sorte nei giorni scorsi in merito all’inasprimento delle sanzioni in materia di pesca, l’obiettivo dei controlli è sempre quello di scoraggiare il più possibile coloro i quali si ostinano a porre in essere comportamenti – come quello della pesca sportiva abusiva o delle violazioni in materia di tracciabilità, etichettatura e igiene – che oltre a danneggiare gli stock ittici, vanno anche scapito di chi, invece, rispettando le norme in modo professionale offre un prodotto ittico sano, lecito e tracciabile, anche a tutela del consumatore finale».