Terrore sul bus per un'autista Amt, in servizio notturno
Dopo che la dipendente dell'azienda ha fermato il mezzo per il trambusto a bordo, alcuni ragazzi si sono messi a prendere a pugni il posto di guida, per fortuna chiuso, e l'autobus, per poi darsi alla fuga prima dell'arrivo della polizia locale
Un turno di lavoro, che difficilmente dimenticherà. Un'autista dell'Amt in servizio notturno ha dovuto fermare l'autobus ed è stata costretta a rifugiarsi al posto di guida, per fortuna chiuso, mentre alcuni ragazzi prendevano a pugni il mezzo pubblico, da dentro e fuori.
Ma andiamo con ordine. Il bus, in servizio sulla linea 9, è partito da Caricamento all'1 di mercoledì 13 luglio, come racconta Roberto Piccardo del sindacato Ugl Fna. Giunto all'altezza di Bolzaneto, in via Costantino Reta, sono iniziati i problemi. A bordo c'erano due cani, tenuti a guinzaglio, ma che sono venuti a contatto.
L'autista, visto il trambusto alle sue spalle, da dove provenivano grida e abbai, ha deciso di fermare il mezzo per sincerarsi di quello che stava accadendo. Ma i passeggeri non hanno gradito e hanno iniziato a insultarla, dicendole di farsi i fatti suoi. La dipendente di Amt allora ha aperto le porte per fare scendere le persone.
Il padrone di uno dei due cani, accortosi che l'autista stava chiamando il centro operativo, è sceso e ha iniziato a dare pugni contro i vetri. Nel frattempo alcuni ragazzi a bordo si sono messi a loro volta a prendere a pugni il posto di guida, insultando l'autista, tutti senza mascherina.
La polizia locale, sempre secondo quanto riferisce Piccardo, è intervenuta dopo 25 minuti, dicendo che era impegnata in un altro intervento. Il padrone dell'altro cane si è parato a difesa dell'autista, che era terrorizzata. All'arrivo degli agenti, i violenti si erano già dileguati.
Il ragazzo che ha difeso l'autista ha poi raccontato di non prendere mai l'autobus e di muoversi solitamente in taxi. Ma, visto lo sciopero delle auto bianche, è stato costretto a utilizzare il servizio pubblico. Scelta che ha detto di non voler ripetere. Per Roberto Piccardo questa è un'ulteriore evidenza di quello che succede di notte sugli autobus.