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Cronaca Valbisagno

Peste suina, gli animalisti: "Non abbattete i cinghiali del Bisagno"

L'associazione Vita da Cani chiede la deroga all'abbattimento, come fatto per i maiali e i cinghiali dei rifugi: "Chiediamo anche che gli animali, già conosciuti e chiamati per nome dai volontari che se ne occupano, vengano identificati e microchippati"

"No all'abbattimento dei cinghiali che vivono nel Bisagno". Dopo la presa di posizione degli Animalisti Genovesi si è unita al coro anche l'associazione  Vita da Cani della Rete dei santuari di animali liberi, che chiede al Ministro della Salute e al commissario straordinario la deroga all'abbattimento degli ungulati che vivono nel Bisagno e in tutti i torrenti genovesi, come già fatto per i maiali e i cinghiali dei rifugi.

Nei giorni scorsi il vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana, con deleghe a Caccia e Sviluppo dell'Entroterra, aveva parlato dell'urgenza di abbattere i cinghiali, presenza ormai fissa nel letto del Bisagno.

Sara d'Angelo, presidente dell'associazione, attacca: "Oltre alla deroga, chiediamo che gli animali, già conosciuti e chiamati per nome dai volontari che se ne occupano, vengano identificati e microchippati. I cinghiali che vivono nei greti dei torrenti sono tutti sani, nessuno ha contratto il virus, e sono stanziali; da anni inoltre socializzano con le persone- Per questi motivi non possono più considerarsi selvatici e anche a loro può essere riconosciuto lo status che con lungimiranza il Ministero ha attribuito ai maiali e ai cinghiali ospiti dei nostri rifugi, sottraendoli così alla morte".

"In Liguria - prosegue l'associazione - parte un'operazione 'facile', lo sterminio dei cinghiali nella zona considerata rossa per la peste suina africana: i primi a essere catturati e uccisi, nei prossimi giorni a Genova, saranno infatti gli animali che vivono nel torrente Bisagno, da sempre abituati ad avvicinarsi e a ricevere cibo dalle persone, volontari e volontarie da mesi insieme agli Animalisti genovesi e ad altre associazioni nella lotta per salvarli e per impedire la strage, non solo in città. Siamo al fianco degli attivisti liguri per sostenerne le richieste".

“Come gli animali dei rifugi - conclude Sara d'Angelo - anche i cinghiali del Bisagno vivono in un'area di fatto chiusa e sono stanziali; considerato che da sempre socializzano con l'uomo, non diversamente da quanto succede ai gatti accuditi nelle colonie feline o ai nostri animali nei rifugi, i cinghiali del Bisagno non possono più essere definiti selvatici. Per questo anche per loro chiediamo la deroga all'abbattimento e la possibilità di censirli come 'non destinati alla produzione alimentare".

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