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Cronaca Bolzaneto / Via Felice Maritano

Incatenato davanti a Tursi per protestare contro il cemento: la storia di Boushra

Boushra Boutros, 60 anni, da 28 vive in una villetta sulle alture di Begato e coltiva gli appezzamenti di terreno che la circondano. Gli stessi su cui il Comune vuole realizzare, legalmente, una nuova scalinata

«Ho già dovuto chiudere la mia azienda, e adesso dobbiamo assistere all’ennesima colata di cemento in mezzo al verde»: a sfogarsi davanti a Palazzo Tursi, nella giornata in cui in consiglio Comunale si vota l’approvazione del programma triennale dei lavori pubblici per il periodo 2017-2018-2019, è Buoshra Boutros, 60enne di origini egiziane che dalle prime ore della mattina ha presidiato l’ingresso del palazzo del Comune “incatenandosi” vicino all’entrata con cartelli e striscioni.

Scopo della protesta, chiedere al Consiglio di eliminare dalla delibera al voto nel pomeriggio la proposta sulla costruzione di una nuova scalinata che colleghi via Cechov a via Maritano, a Begato, che passerebbe proprio tra gli orti che Buoshra coltiva ormai da 25 anni: «Sono anni che negli appezzamenti che circondano la mia villetta coltivo alberi da frutto, fiori, verdure di stagione - spiega il 60enne, per l’ennesima volta in presidio davanti a Tursi insieme con la moglie - Non ho mai chiesto contributi, 25 anni fa mi avevano concesso di usarli in attesa di acquisto garantendomi che non vi avrebbero realizzato opere di cemento, e invece nel Piano Triennale hanno inserito questa scalinata, stanziando 350mila euro per un’opera che nessun residente ritiene necessaria».

Incatenato contro il cemento, la protesta a Tursi

La storia di Buoshra è già nota a Palazzo Tursi: nel 2014 erano arrivate le prime proteste in concomitanza con la fine dei lavori di realizzazione di un prolungamento di via Cechov che ha di fatto “bloccato” l’accesso alla sua villetta, sede dell’azienda di import export che il 60enne è stato costretto a chiudere perché i mezzi non riuscivano più a scaricare la merce.

«Alla fine ho dovuto chiudere: i costi erano troppi, non si riusciva più a portare avanti l’attività - spiega Buoshra - Mi avevano promesso che avrebbero realizzato un accesso carrabile, e invece hanno creato una strada stretta con una curva a gomito che rende impossibile il passaggio dei mezzi». Il 60enne si è già rivolto al Tar per fare ricorso sui lavori, approvati a inizio anni ’90 con una delibera comunale, e oggi attende ancora il verdetto del Consiglio di Stato.

La questione più impellente, però, riguarda la scalinata: i terreni contesi, coltivati da Buoshra, sono stati legalmente espropriati, e a lui affidati in attesa della realizzazione del progetto. Che nei prossimi mesi dovrebbe partire, di fatto costringendo il Comune, in caso di mancata collaborazione da parte di Buoshra, a recintare l’area, che diventerebbe dunque off-limits per il 60enne, pena denuncia. 

Al momento a dare ragione al Comune è stato il tribunale, che in primo e secondo grado ha rifiutato la richiesta avanzata da Buoshra di entrare in possesso dei terreni per usucapione, ma la sua speranza è quella di vedersi dare ragione dalla Cassazione, di cui aspetta ancora la sentenza.

«Ho proposto soluzioni alternative, come un mini bus che colleghi via Maritano a via Cechov o una scala metallica che arrivi alla fermata del bus: avrebbe costi e impatto ambientale nettamente inferiori. E sono pronto a raccogliere tutte le firme dei residenti della zona contrari a una scalinata che in molti hanno giù ammesso che non utilizzerebbero». 

L’ultima parola spetta dunque al consiglio Comunale, che oggi dovrà prendere una decisione anche sulla base della presentazione di un apposito emendamento in favore della vicenda di Buoshra.

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