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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Begato

Begato, le richieste del quartiere: "Condivisione e trasparenza nel percorso di riqualificazione"

"Condividere il percorso di riqualificazione di Begato". Questo in estrema sintesi il pensiero racchiuso in un documento firmato da Democrazia Solidale-Demos Liguria, Associazione Quartiere Diamante e Comitato di Quartiere

"Condividere il percorso di riqualificazione di Begato". Questo in estrema sintesi il pensiero racchiuso in un documento firmato da Democrazia Solidale-Demos Liguria, Associazione Quartiere Diamante e Comitato di Quartiere. Il documento è stato elaborato in seguito alle riunioni nella sede del poliambulatorio di via Sbarbaro a cui sono stati presenti esponenti di Demos e il coordinatore regionale Bruno Vitali, del Comitato di Quartiere, dell’Associazione Quartiere Diamante, il consigliere regionale Armando Sanna, il presidente del Municipio Valpolcevera Federico Romeo, l’assessore del municipio Rosa Maria Tommasomoro e il segretario regionale del Sicet Stefano Salvetti. 

Le proposte per la riqualificazione

"La demolizione - spiega il documento - in atto delle dighe di Begato deve far una parte di un progetto di rigenerazione urbana del quartiere; da evento emblematico deve invece diventare l’avvio di un percorso condiviso col quartiere. A quanto ad oggi noto il progetto, già modificato più volte rispetto alla stesura originaria, prevede appunto la demolizione della cosiddetta diga, la costruzione di tre torri da sei piani ciascuna, spazi verdi e campetti gioco e la collocazione di centri servizi dentro le torri. L’idea iniziale di costruire una “casa di quartiere” è stata poi abbandonata".

"Le richieste in sintesi:

  • Stabilire un metodo per consentire la maggiore partecipazione attiva della cittadinanza alla ricostruzione e riqualificazione urbana.
  • Rendere trasparente l’ammontare degli interventi previsti (15 milioni di euro?).
  • I centri servizi, di cui vanno chiarite le tipologie, vanno collocati all’esterno delle torri così da evitare disagi agli inquilini.
  • Ripristinare quindi l’idea della Casa di Quartiere quale polo di aggregazione sociale, culturale, ludico e di centro servizi separato dalle abitazioni.
  • È fondamentale rendere operativo il poliambulatorio di via Sbarbaro. Da circa tre anni l’Ordine dei di Cavalieri di Malta si è candidato a gestirlo ma le autorizzazioni Alisa non sono mai arrivate.
  • Chiarire se sono previste risorse finanziarie, e loro entità, per la riqualificazione di edifici in via Sbarbaro, via Brocchi, via Petrini, via Vigliano, via Maritano, via Ravel, via Cechov.
  • Capire come usare pienamente la struttura del Paladiamante per le attività locali".

Il quartiere

"Begato - si legge nel documento firmato da Democrazia Solidale-Demos Liguria, Associazione Quartiere Diamante e Comitato di Quartiere - si è sviluppato a partire dalla metà degli anni ‘80 sulle alture della Valpolcevera in quello che oggi è il V Municipio. La necessità di consegnare in tempi brevi le case condizionò i lavori che furono fatti in fretta e puntando al risparmio, le cui conseguenze sono visibili ancora oggi. Attualmente il quartiere si articola in due aree principali: il Diamante (interamente di edilizia popolare) nella zona verso la delegazione di Bolzaneto, e il quartiere Torbella (misto edilizia popolare e privata) verso la delegazione di Rivarolo.  Secondo i dati dell’ultimo censimento (2017) nel quartiere di Begato risiedevano 4022 abitanti, il 7% dei quali stranieri, con un tasso di disoccupazione superiore al 15%". 

"È importante sottolineare che gli indicatori economici peggiorano - prosegue il documento firmato da Democrazia Solidale-Demos Liguria, Associazione Quartiere Diamante e Comitato di Quartiere - in modo significativo se si considera il solo quartiere Diamante al cui interno sorgevano, al momento della rilevazione, le famose “dighe”, (due edifici, 15 piani con 276 e 245 alloggi). Il Comune di Genova e la Regione Liguria nel 2019 hanno approvato il progetto di demolizione delle dighe. A fine maggio 2020 tutte le famiglie (374 nuclei per circa 650 persone) residenti nelle dighe sono state ricollocate in altre abitazioni, per la metà in Valpolcevera e il resto in prevalenza nel ponente cittadino e in Valbisagno".

"Il quartiere - sempre secondo quanto si legge nel documento firmato da Democrazia Solidale-Demos Liguria, Associazione Quartiere Diamante e Comitato di Quartiere -  soffre di uno stato di abbandono e di degrado al punto che sono visibili diverse discariche a cielo aperto. Sarebbe necessario un massiccio intervento di pulizia urbana. Al fine di prevenire il ripetersi di tale situazione sarebbe auspicabile una maggiore presenza, discreta ma efficace, delle forze dell’ordine ed un profondo lavoro di educazione ambientale e civica. La presenza di anziani nel quartiere è assai significativa. La conformazione del quartiere (addossato a una collina e conseguentemente fatto di salite e discese) così come la sua struttura architettonica rendono molto difficile la vita degli anziani. L’isolamento del quartiere risulta amplificato per chi, per problemi fisici anche legati all’età, ha difficoltà nel movimento. Il risultato di tutto questo è che spesso gli anziani vivono isolati in appartamenti poco accoglienti limitando di molto le uscite da casa. I servizi presenti sono minimi: due supermercati, alcuni piccoli negozi nella zona Torbella, una farmacia posta in via Sbarbaro (quartiere Diamante) e due asili in via Linneo e in via Cechov. Nel quartiere sono presenti due parrocchie con una serie di attività associative e caritative. La rete delle realtà civiche è inoltre composta da un’associazione sportiva ed alcune associazioni di quartiere che, tuttavia, coinvolgono una parte minima della popolazione e per lo più anziana. I principali problemi sono, da sempre, lo stato di degrado degli spazi urbani e degli edifici, il forte isolamento rispetto al resto della città, l’alto tasso di disoccupazione e di inoccupati, le dipendenze (droga, alcool, psicofarmaci). Il disagio sociale è marcato e si riflette nella vita quotidiana delle persone per quanto riguarda la povertà economica, la sfiducia nell’amministrazione, la diffidenza nei rapporti di vicinato, un generale senso di insicurezza in particolare tra la popolazione più anziana. Dal punto di vista della criminalità il quartiere si caratterizza per tutti quei reati che derivano dalla marginalità sociale come furti, risse e piccolo spaccio. Con il fenomeno dell’abusivismo negli anni è emerso un sistema piuttosto organizzato nella gestione di immobili occupati".

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