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Cronaca Centro / Largo Eros Lanfranco

Autostrade, manifestazione contro la cessione: «Regalo da 9,5 miliardi di euro a Benetton»

Piazza gremita per dire 'no' al trasferimento di Autostrade allo Stato, con condizioni giudicate troppo favorevoli ad Aspi, accusata di gravi inadempienze, a partire dalla mancata manutenzione, fra le cause del crollo di ponte Morandi

Qualche minuto dopo le 18 di venerdì 18 giugno 2021, davanti alla Prefettura di Genova (largo Lanfranco), è iniziata la manifestazione «per chiedere che il Governo non scenda a patti con Atlantia, faccia decadere la concessione autostradale per gravissimi inadempimenti e intraprenda finalmente le vie legali per ottenere il risarcimento dei danni patiti dallo Stato e dai cittadini», come spiega Mattia Crucioli, uno degli organizzatori, ex Movimento 5 stelle e ora in L'alternativa c'è.

I manifestanti puntano a incontrare il prefetto per consegnargli le loro richieste, da inoltrare al governo. «Non possiamo accettare il regalo da 9,5 miliardi di euro a Benetton - attacca Ferruccio Sansa, capogruppo Lista Sansa - per riprenderci le autostrade che sono già nostre. Dopo il disastro del ponte Morandi; dopo il caso assurdo dei cantieri, ora anche la beffa di essere noi a pagare conto con il pedaggio. Genova e la Liguria sono i luoghi più colpiti dalla pessima gestione autostradale. I genovesi e i liguri non vogliono più subire in silenzio. La protesta comincia qui. Oggi».

Autostrade, le foto della manifestazione contro la cessione

Dopo il saluto di Mattia Crucioli, in molti si sono alternati al microfono. La piazza forse non era gremita come gli organizzatori avrebbero sperato, ma i presenti hanno potuto ascoltare sia politici, che persone appartenenti alla società civile, fra cui Egle Possetti, portavoce del comitato in ricordo delle vittime di ponte Morandi, e il padre di una delle vittime. Non solo interventi dettati dall'emotività, ma anche parole di chi, con azioni concrete, ha dato il proprio contributo alle indagini, che si sono concluse ad aprile.

Nel pomeriggio il presidente della Regione, Giovanni Toti, aveva criticato i politici che hanno fatto sapere di essere pronti a scendere in piazza. «Distinguiamo. Sul dolore e risentimento di chi ha perso un proprio caro nel crollo di ponte Morandi o di chi ha avuto danni, dolori e lutti ovviamente non si discute. Trovo, invece - ha detto Toti -, francamente grottesca la partecipazione in piazza dei partiti politici».

Per Toti, «i partiti politici - che hanno girato in lungo e in largo questa città e questa regione promettendo soluzioni inapplicabili e digrignando i denti senza trovare una mezza soluzione che fosse accettabile - più che scendere in piazza, dovrebbero chiudersi in casa rossi dalla vergogna, ringraziare il governo Draghi e il presidente del Consiglio che si sono presi la responsabilità di fare un passo avanti e trovare finalmente una soluzione che ci possa far ripartire, far sbloccare due anni di calvario di questa regione e intraprendere un viaggio verso il futuro».

Duro l'attacco del governatore agli esponenti politici che scenderanno in piazza: «Promettere alle persone cose che non si possono mantenere, cose che non si possono fare, che sono contrarie al nostro ordinamento - conclude Toti - fa parte del più bieco opportunismo e populismo di cui si è riempita la politica negli ultimi due anni. Andarlo a ribadire oggi in piazza trovo che sia un filo meschino e anche un po' grottesco».

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