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Cronaca

Barriere fonoassorbenti difettose, arrestati vertici di Autostrade

La Procura di Genova ha emesso sei misure cautelari, eseguite dalla guardia di finanza, nei confronti di tre ex top manager e tre attuali dirigenti di Autostrade

In attesa di sviluppi nel processo sul crollo di ponte Morandi, ci sono importanti novità in un altro procedimento, nato sempre dopo la tragedia del 14 agosto 2018. Da questa mattina, 11 novembre 2020, militari della guardia di finanza di Genova, coordinati della locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo un’ordinanza applicativa di misure cautelari, nei confronti di tre ex top manager e tre attuali dirigenti di Autostrade. Si tratta dell'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, del direttore delle operazioni Paolo Berti e di Michele Donferri Mitelli. Stefano Marigliani, direttore del primo tronco, Paolo Strazzullo e Massimo Meliani hanno invece subito misure interdittive.

L'indagine, avviata un anno fa a seguito dell'analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita nell'inchiesta principale legata al crollo del ponte Morandi, è relativa alle criticità - in termini di sicurezza - delle barriere fonoassorbenti, del tipo integrate modello 'Integautos', montate sulla rete autostradale.

L'analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita, le indagini tecniche effettuate, l'assunzione di plurime testimonianze hanno portato a raccogliere numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova in capo ai sei soggetti. In particolare è emersa la consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese).

Inoltre i sei arrestati erano a conoscenza dei difetti progettuali e di sottostima dell'azione del vento, nonché dell'utilizzo di alcuni materiali per l'ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti. Nonostante questo, è emersa la volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi.

Così procedendo si è andato configurando anche il reato di frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione – obbligatoria - all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Stante il grave quadro indiziario emerso dalle indagini, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Genova, ha emesso l'odierna ordinanza applicativa di misure cautelari personali.

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