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Cronaca

Caro vita: sciopero della spesa e presidio di protesta con pane e cipolle

Le associazioni liguri dei consumatori e degli utenti invitano i cittadini mercoledì alle 18 davanti alla Prefettura

Contro il caro vita, le associazioni liguri dei consumatori e degli utenti organizzano una protesta mercoledì 21 settembre con sciopero della spesa e dei consumi energetici e manifestazione davanti alla Prefettura di Genova con pane e zuppa di cipolle, alle ore 18.

Secondo i dati Istat ed Eurostat con il peggioramento della situazione economica dall'inizio dell'anno 300.000 liguri sono a rischio di povertà. In Liguria i prezzi dei generi alimentari sono aumentati nell’ultimo mese del +11,9%, i consumi si sono ridotti di oltre il 4%, i servizi di trasporto pubblico su gomma sono a rischio di riduzione a causa del caro-gasolio, ritardo nei fondi governativi e mancanza di un piano manageriale di produttività per assicurare un servizio di trasporto efficiente e sicuro.

"Riteniamo i recenti provvedimenti del governo Draghi del tutto insufficienti a fermare la speculazione, il caro energia e il caro vita - affermano Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori e Sportello del Consumatore - e nello stesso tempo siamo preoccupati che le forze politiche facciano solo campagna elettorale su questi temi e non trovino un accordo per una iniziativa parlamentare immediata finalizzata ad una legge comune che, senza portare allo scostamento di bilancio, sterilizzi l'Iva, imponga prezzi amministrati per energia, carburanti, generi di prima necessità. Solo un forte choc della domanda con una riduzione drastica dei consumi potrà far calare i prezzi e fermare la speculazione, partendo proprio dallo sciopero dei consumi proclamato dalle associazioni dei consumatori per il 21 settembre".

Le associazioni invitano i cittadini a partecipare alla manifestazione del 21 settembre alle ore 18 in largo Eros Lanfranco, davanti alla Prefettura a Genova, portando pane e cipolle per una "cena dei poveri", a simboleggiare la crisi attuale delle famiglie.

Le richieste sono: la vendita dell'energia elettrica al prezzo di costo con un tetto massimo di 20 centesimi a kilowatt e prezzi amministrati per il gas non oltre 60 centesimi a metro cubo; un “price cap” per i carburanti agendo su accise e IVA con una riduzione minima di 50 centesimi; la sterilizzazione dell'Iva e prezzi calmierati per i generi di prima necessità.

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