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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Barriere linguistiche e integrazione, a Genova un'associazione per aiutare immigrati e italiani

Il progetto di Arianne Ghersi con l'appoggio del consolato tunisino: "Un servizio utile per chi arriva in Italia e ha difficoltà con la lingua e anche per gli impiegati che lavorano negli uffici e devono far fronte al problema"

Le barriere linguistiche sono spesso un problema in una città diventata multietnica come Genova. Sia per gli stranieri presenti sul nostro territorio che non parlano, o parlano poco, la lingua italiana, che per gli italiani che interagiscono con loro in tante situazioni quotidiane. Dalle poste alle banche, ma anche per l'accesso a servizi, nella comprensione di procedure amministrative, delle Asl o dell'Inps per il lavoro. Si possono creare incomprensioni e dificoltà e anche per gli impiegati agli sportelli può diventare molto difficile interagire senza avere a disposizione un traduttore. 

Il console tunisino a Genova, Omar Amine Abdallah, lancia l’allarme e spiega che ci sono molte difficoltà per gli stranieri di estrazione arabofona, in particolare la comunità tunisina vede il problema aggravarsi a causa del un basso livello di istruzione medio: "La seconda lingua parlata in Tunisia è il francese e non l'italiano - spiega il diplomatico - anche la maggior parte degli adulti tunisini che immigrano in Italia in cerca di lavoro, imparano la lingua italiana ascoltando e non seguono corsi. Per questo hanno difficoltà a dialogare con le pubbliche amministrazioni e a comprenderne le procedure". L’auspicio è che "comuni e società civile tunisina e italiana collaborino e lavorino insieme per offrire corsi di lingua italiana gratuiti a beneficio dei nuovi immigrati per migliorare il loro livello e facilitare la loro comunicazione con la società italiana".

A Genova, con l'appoggio del consolato tunisino, sta nascendo l'associazione Comunità Linguistica Internazionale Cultura e Integrazione (C.l.i.c.i.), uno strumento per avvicinare le parti, abbattere le barriere linguistiche e mettere a disposizione degli immigrati presenti sul territorio un servizio di traduzione e mediazione che sia immediato. A occuparsi del progetto Arianne Ghersi, esperta di geopolitica specializzata in tematiche legate a Nord Africa e Medio Oriente, che spiega: "Mediatori e interpreti ovviamente esistono già, il sistema con prenotazione però presenta qualche limite perché uno straniero che deve presentarsi in tribunale, presso la pubblica amministrazione o in un ospedale deve prenotare con un discreto anticipo. Inoltre gli interpreti non possono intervenire in attività private come in caso di operazioni in banca o alle poste e perfino negli ospedali”. Un interprete telefonico potrebbe aiutare in situazioni di emergenza: “Per questo, l’associazione - prosegue Ghersi - che dovrebbe nascere già nei prossimi mesi, potrebbe fornire interpreti telefonici per dare sostegno agli immigrati, non solo tunisini, e agli italiani per svolgere il proprio lavoro".

Il lavoro a breve, medio e lungo termine deve essere svolto congiuntamente e in sinergia con gli attori tunisini e italiani per superare le difficoltà e facilitare l'integrazione: "Gli immigrati tunisini hanno difficoltà a comunicare e comprendere le procedure amministrative, soprattutto con le poste, le banche, l'Asl, l'Inps. Questo perché non capiscono il vocabolario amministrativo e la loro conoscenza della lingua italiana non supera il livello A2" conclude il console tunisino che appoggia l'iniziativa.

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