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Cronaca

Ex Ilva, 4 aziende pronte a creare hub logistica: in ballo 270mila metri quadrati

Ad oggi la zona è di proprietà della Società per Cornigliano, oggetto di diritto di superficie alla società Acciaierie d'Italia

Sono Msc Group, Ignazio Messina & C. Spa, Number 1 Logistics Group Spa e Interglobo le quattro aziende che hanno presentato al Comune una manifestazione di interesse per l'assegnazione dei 270mila metri quadrati delle aree ex Ilva. L'obiettivo è insediare attività produttive legate alla logistica in una porzione della zona oggi non pienamente utilizzata, con la previsione di creare oltre 400 nuovi posti di lavoro.

Ad oggi la zona è di proprietà della Società per Cornigliano, oggetto di diritto di superficie alla società Acciaierie d'Italia. L'operazione porterebbe, oltre ai nuovi posti di lavoro, anche una significativa ricaduta sociale e produttiva ed un aumento dell'offerta di servizi con opere infrastrutturali che valorizzino le aree.

Le quattro aziende, leader a livello nazionale e internazionale del settore trasporto, logistica & shipping hanno manifestato la propria volontà di intenti a insediare attività produttive legate alla logistica in 270mila metri quadri rispetto alla superficie complessiva di circa 1 milione e 200mila metri quadri delle aree ex Ilva (che oggi occupa circa 6 addetti a ettaro), con il disegno strategico di realizzare un hub di logistica predittiva che consenta a Genova di essere al passo con gli sviluppi degli altri porti mondiali, creando occupazione e interconnessione con gli importanti obiettivi già realizzati dalla città in tema di infrastrutture digitali.

"Le aree ex Ilva - spiega il sindaco Marco Bucci - sono un bene imprescindibile per Genova e il suo sviluppo: porzioni di territorio strategiche per la crescita della città. Lasciare inutilizzate ampie porzioni dell'area di Cornigliano è un errore che non possiamo sopportare oltre. Lo dico pensando innanzitutto alle occasioni di lavoro che si perdono, alla possibilità di costruire ricchezza là dove oggi non abbiamo altro che spazi deserti. L'impegno dell'amministrazione comunale, ormai da oltre 5 anni, è quello di attrarre aziende a Genova e, a fronte delle tante richieste e del forte interesse che c'è nell'investire su casa nostra, dobbiamo poter fornire gli spazi adeguati". 

“Si tratta di una manifestazione di interesse aperta - spiega il consigliere delegato ai nuovi Insediamenti aziendali Davide Falteri - e che quindi potrà vedere altre aziende aggiungersi. La manifestazione di interesse è un impegno scritto su nuove assunzioni per lo sviluppo di un hub di logistica predittiva, come ci chiede la logica del futuro. Le aree ex Ilva, fortemente infrastrutturate e servite dalla vicinanza dei collegamenti via mare, ferro e aria, sono a oggi sottoutilizzate, con una densità occupazionale molto ridotta: con il nuovo hub, in una porzione di aree inutilizzate e che non interferirebbero con l’attività delle acciaierie, si avrebbe un effetto moltiplicatore sull’occupazione di almeno 5 volte sulla densità lavorativa dell’area in oggetto. Un modello Genova, quindi, legato al tema dello sviluppo industriale del territorio, dell’insediamento e dell’espansione nel tessuto locale di importanti realtà produttive legate al tema della logistica, delle infrastrutture fisiche e digitali”.  

“Nel 2023 affronteremo scelte strategiche legate al nuovo Piano Regolatore Portuale che decideranno le sorti di Genova e del Porto per i prossimi 30 anni - dice Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale - Insieme a Comune e Regione ci troviamo di fronte a una sfida: raggiungere il duplice obiettivo di valorizzare le aree portuali di maggiore interesse per la città e al contempo destinare aree oggi esterne al porto ad attività logistiche ad alto valore tecnologico e occupazionale naturalmente interconnesse con quelle portuali. Se negli anni passati non si è riuscito a dare una destinazione chiara, strategica e industriale alle aree ex Ilva, oggi questa è un’occasione che non si può mancare”. 

“C’è un’area votata all’acciaio ma anche una parte da anni non è utilizzata - dichiara il vice presidente di Società per Cornigliano Santiago Vacca - per queste aree non utilizzate è giusto pensare a nuove opportunità in chiave occupazionale”. 

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