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Cronaca

Manager genovese morto sulle piste di Artesina, confermata la condanna dei gestori

La Corte d'Appello ha dato ragione alle parti civili e alla procura: Amedeo Modica non morì per malore, ma per le gravissime ferite riportate nell'urto contro un palo posizionato in modo non sicuro

Confermata anche in appello la condanna ai gestori della pista da sci Gaviot di Artesina per la morte di Amedeo Modica, il manager genovese di 58 anni che il 30 dicembre del 2012, allenandosi per una gara, andò a sbattere contro un palo della rete di protezione perdendo la vita.

La corte d’Appello di Torino lo scorso 12 maggio ha confermato la sentenza di primo grado con cui i giudici avevano condannato a sei mesi di reclusione (con sospensione della pena) gli imprenditori savonesi Adriano Conti, 67 anni, e Paolo Palmieri, 60 anni, legali rappresentanti della società “Artesina Spa”, disponendo per la moglie e la figlia di Modica - assistite dagli avvocati Davide Paltrinieri e Paolo Bonanni - 100mila euro ciascuna a titolo di provvisionale.

In primo grado, a febbraio 2019, venne stabilito che Modica non morì per malore (come sostenuto dalla difesa), ma per le gravissime ferite riportate nello schianto contro uno dei pali di ancoraggio della rete di protezione. Le indagini si focalizzarono infatti sulla predisposizione delle reti di protezione sistemate a tutela dell'incolumità degli sciatori, che venne ritenuta non corretta.

Le motivazioni della sentenza di appello verranno depositate entro i prossimi 15 giorni, ma quanto stabilito in primo grado è stato di fatto confermato. A oggi ancora nessuna cifra è ancora stata corrisposta, né dagli imputanti né dalla Artesina Spa né dall’assicurazione.

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