rotate-mobile
Cronaca Quinto / Via Nicola Fabrizi

Omicidio Alice Scagni, oggi l'autopsia

La donna lascia un marito e un figlio piccolo. Dopo il via libera del magistrato, i familiari potranno fissare la data del funerale

"Ti amo da morire": l'ultima foto pubblicata su Facebook ritrae il suo figlio piccolo che dorme sotto gli occhi attenti del suo Weimaraner, "musino mio", pelo di velluto e occhi chiari, che la sera del primo maggio ha assistito impotente all'agguato. Sotto quella foto, adesso i contatti di Alice Scagni - uccisa a 34 anni sotto casa - scrivono i loro ricordi e pensieri: "Bambolina mi si stringe il cuore", "Ho compreso il tuo volerti fidare perché proprio con i familiari si abbassano le difese", "Non c'è abbastanza protezione per queste situazioni familiari, sempre sottovalutate", "Povero bambino, così piccolo e già orfano della sua adorata mamma".

Nelle prossime ore è prevista l'autopsia di Alice Scagni, uccisa con una ventina di coltellate, mentre portava il cane a spasso sotto casa, a dieci metri dal portone del palazzo in cui abita, in via Fabrizi. A chiamare i soccorsi, i vicini di casa e il marito, commercialista in uno degli studi più noti di Genova, che hanno sentito le urla e sono accorsi, ma troppo tardi: l'omicida - nonostante qualcuno abbia tentato di rincorrerlo - era già fuggito e per la donna, nonostante l'arrivo del 118, non c'è stato nulla da fare.

Poco dopo, la polizia troverà non lontano il fratello di lei, Alberto, i vestiti ancora sporchi di sangue: l'uomo si trova in carcere a Marassi, accusato di omicidio volontario premeditato aggravato. Agli inquirenti avrebbe detto che non riceveva abbastanza attenzioni - anche economiche - dalla famiglia.

Un rapporto tormentato, quello di Alberto e Alice: secondo le testimonianze, il fratello, nato il 25 agosto 1980, disoccupato, aveva iniziato a chiedere insistentemente soldi alla sorella. Una personalità problematica che ultimamente avrebbe cercato di dare fuoco alla porta di casa della nonna che vive nel suo stesso palazzo, a Sampierdarena, e che sui social pubblicava contenuti inquietanti.

Scagni, leggendo i suoi post, stava covando rancore da settimane, ed era convinto di essere spiato, tanto che aveva fatto bonificare l'appartamento temendo eventuali microspie. "Forse sto per essere giudicato male da chi non ho mai giudicato male" scriveva su Twitter proprio il 1 maggio, poche ore prima dell'omicidio, e poi ancora "Cose difficili nella vita: rispondere sì oppure no. Me lo segno? Ma sì, dai. Ho appena fatto una cosa difficile!". Nei giorni scorsi, aveva pubblicato una fotografia con una mazza da baseball e un coltello, forse proprio l'arma del delitto. 

Il profilo di Alice su Facebook invece lascia trasparire una vita felice: il diploma al liceo scientifico Fermi, gli anni all'Università di Genova, la passione per lo sci e la danza, il matrimonio a Bardonecchia nel 2018, l'arrivo del Weimaraner e del suo adorato figlio.

Mentre non sarebbero mai state formalizzate denunce di stalking o minacce, l'uomo - che non era seguito dal servizio di igiene mentale - si era comunque rivolto in passato a uno psichiatra, ma a quanto pare aveva scelto di non proseguire con questo percorso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Alice Scagni, oggi l'autopsia

GenovaToday è in caricamento